Centrale Biometano, operazione “Feudo” e governo del Comune di Artena. Silvia Carocci torna a parlare della centrale Biometano e dell’operazione “Feudo”: pubblichiamo il comunicato ufficiale dell’intervista.
Sono questi i temi dell’intervista rilasciata dalla Consigliera di opposizione Silvia Carocci, capogruppo consiliare di “Artena Cambia”.
Vogliamo la verità. Così titola il manifesto delle opposizioni in risposta all’amministrazione comunale in merito alla vicenda biometano. Qual è secondo lei la verità?
“Innanzitutto vi ringrazio per lo spazio che mi state dando. Io analizzo semplicemente i fatti. Nel 2015 il Consiglio Comunale di Artena si è espresso all’unanimità contro la realizzazione di questo impianto. Quella fase si chiuse con un provvedimento emesso dalla Regione Lazio che imponeva alla Green Park s.r.l. (la società proponente) di consultare il Comune di Artena per gli interventi relativi alla viabilità e ad un eventuale variante urbanistica. Dopo 5 anni, proprio su queste due questioni il Comune di Artena emette il parere favorevole alla realizzazione dell’opera. E’ chiaro che qualcosa non ha funzionato e quindi vogliamo sapere chi ha preso questa decisione in contrasto con quanto deliberato all’unanimità dal Consiglio Comunale.
Il vicesindaco e la Giunta hanno scaricato la colpa sul tecnico comunale. Ma dove si è mai visto che un tecnico decide su una questione così importante in totale autonomia? Se questo fosse vero, tra l’altro, il vicesindaco – data la delicatezza della questione – gli avrebbe già revocato l’incarico.
Il fatto che Talone abbia liquidato questa vicenda parlando sui giornali di “una stupidata” sembra quasi un maldestro tentativo di nascondere le reali responsabilità di qualcuno oltre che un’offesa all’intelligenza dei cittadini.
Evidentemente, ad ottobre, più di qualcuno in maggioranza sapeva che la procedura per realizzare l’impianto era ripartita. Ma nessuno si è preso la briga di spiegare a quel tecnico – arrivato solo da poche settimane – che il Comune di Artena aveva chiaramente espresso il proprio diniego già cinque anni prima.
Abbiamo fatto nomi e cognomi di coloro che in maggioranza, nel 2015, si espressero contro la Biometano. Ed oggi continuano a restare nella stessa maggioranza che non è stata all’altezza di gestire questa vicenda e tutelare gli interessi della comunità”.
Secondo lei quante probabilità ci sono per la realizzazione della centrale?
«Il rischio che l’ impianto possa essere realizzato è molto elevato. Dopotutto, questo tipo di infrastrutture sono previste nel piano regionale dei rifiuti e dunque qualora dovessero essere soddisfatti tutti i requisiti tecnici richiesti dalla legge, nulla potrebbe ostare ad un accoglimento della richiesta.
Ecco perché non possiamo permetterci di essere superficiali e disattenti, come invece sembra essere accaduto stando alle dichiarazioni di Loris Talone. L’impegno e la costanza nel ribadire il diniego all’opera devono essere il nostro pane quotidiano.
Non è sufficiente la revoca di quel parere fatta con quattro mesi di ritardo dopo che lo stesso è stato reso di dominio pubblico dalla minoranza. Bisogna fare molto di più: mettere in campo azioni concrete per ribadire il no.
Ecco perché abbiamo chiesto un Consiglio Comunale straordinario per discutere di quanto accaduto e ragionare sulle misure che dobbiamo immediatamente attivare per evitare che il timore si trasformi in una certezza».
In merito all’operazione “Feudo” e agli ultimi sviluppi, tenuto conto che gli attuali amministratori sono intenzionati a proseguire l’attività di governo, qual è secondo lei l’opportuna scelta da fare?
“Abbiamo appreso che è stata fissata l’udienza preliminare per i primi di aprile. Per questo abbiamo ritenuto giusto ripresentare, come minoranze, la mozione per richiedere la costituzione di parte civile del Comune di Artena dato che i tempi processuali ormai sono maturi. Dopotutto, quello che è accaduto con l’indagine Feudo, non ha precedenti nella storia di Artena. Una amministrazione intera messa sotto scacco con un sindaco, due assessori e una ventina tra dipendenti e collaboratori a vario titolo, coinvolti.
E’ chiaro che se dovesse aprirsi un processo sui vari reati contestati che vanno dalla concussione, alla falsità ideologica, all’abuso d’ufficio, alla turbata libertà degli incanti, alla corruzione, alla truffa, alla soppressione, distruzione e occultamento di atti, al favoreggiamento personale, il Comune di Artena deve costituirsi parte civile. A difesa degli interessi dell’intera collettività e della propria immagine.
Tuttavia, ci spiace constatare che nonostante sia stato convocato un Consiglio Comunale per lunedì 15 marzo e nonostante la mozione sia stata presentata nei termini, il vicesindaco non l’ha messa all’ordine del giorno.
Questo atteggiamento arrogante di continua violazione delle prerogative delle minoranze consiliari dimostra solo che questa maggioranza non è capace di confrontarsi politicamente sulle questioni, preferendo scorciatoie fatte di tecnicismi. Chiaramente, abbiamo già informato la Prefettura di questo fatto così grave”.
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