Dopo il nostro articolo “Artena, recupero eternit: soldi buttati o progettazione ambigua”, riceviamo le seguenti dichiarazioni dell’assessore ai lavori pubblici Ileana Serangeli. “Questo articolo mi ha lasciato sbigottita, perché inveritiero. Nello stesso si lamenta l'insufficienza della programmazione per il recupero dell'eternit, portata a compimento dall'amministrazione nella scorsa settimana, poiché vi sarebbero dei siti ancora contaminati, accostando, impropriamente all'eternit, il disservizio offerto da Lazio Ambiente. La precisazione è d'obbligo, laddove è sminuita l'importanza di un intervento attuato per salvaguardare la pubblica incolumità, igiene e salute”.
L’accostamento al disservizio offerto da Lazio Ambiente è stato fatto perché buona parte dell’amianto è stata depositata-gettata nei pressi dei cassonetti per la raccolta dell’immondizia. Fotografando i siti che devono ancora essere bonificati (foto nel precedente articolo) si può notare come lo svuotamento dei secchioni non viene effettuato. Ecco come nasce l’accostamento. Nessuno ha voluto sminuire l’importanza del piccolissimo intervento attuato per salvaguardare la pubblica incolumità.
“Con determinazione del 29.04.2015, successivamente integrata, si è conferito l'incarico – prosegue Serangeli – alla società Testani Gestioni s.r.l. di rimuovere l'amianto abbandonato su alcuni punti dei 52 KM quadrati del territorio artenese. La mappatura, al fine di affidare lo smaltimento dell'eternit, è durata qualche mese ed ha comportato un lungo lavoro di rilevazione, messo a punto dall''ufficio dei LLPP (tecnici e operai), coadiuvato dalla Polizia Locale, dalle associazioni, dai comitati e dai singoli privati, che, con l'occasione, si ringaziano per la collaborazione. Si è proceduto così al sopralluogo dei luoghi segnalati come contaminati, a fotografarli, a rimetterli all'impresa affidataria per lo smaltimento. La ditta, a sua volta, si è recata sul posto, ha eseguito: la raccolta, l'imballaggio, la bonifica dei luoghi circostanti dai residui e il trasporto in discarica, previa rilevazione fotografica del post operam".
"Così abbiamo una prova fotografica dell "ante" e del post operam. Nella mappatura – aggiunge Ileana Serangeli – sono rientrate tutte le segnalazioni dei siti contaminati pervenute all'ente; addirittura siamo riusciti ad inserire anche l'ultima segnalazione, arrivata dopo la determina di affidamento, così da portare a compimento anche la bonifica del sito di Via Colle Del Faggio. Questo per dire che, se non si è fatta piazza pulita con l'eternit, si è proceduto sicuramente a una considerevole bonifica del nostro vasto territorio. Certamente già oggi, o domani, vi saranno nuovi siti da bonificare e sarà premura e cura dell'ufficio prendersene carico, ma questo accadrà finché ci saranno cittadini che, noncuranti della propria e dell'altrui salute, nonché dell'antigiuridicità delle proprie azioni, dissemineranno rifiuti nocivi ovunque. Dov'è la progettazione ambigua? Dove sono i soldi buttati?”.
Ok i soldi non sono stati buttati, perché alcune aree sono state bonificate e per lo smaltimento si paga tanto. La progettazione però perché è stata fatta soltanto sui siti da bonificare e non su tutti? Non si potevano fotografare anche gli altri punti di discarica è avere già una pronta mappatura per il prossimo intervento visto che ci vogliono i mesi per progettare? Come già anche dichiarato all’assessore Serangeli, alcuni punti di discarica sono datati, nel mio primo articolo sul caso rifiuti “Artena, il senso civico” del 12 settembre 2013. Allora io ho segnalato la presenza di questi rifiuti in mezzo ai cassonetti sia al delegato Gaia dell’amministrazione Petrichella, sia ai vigili. Non si può certo dire che l’eternit rotta è stata gettata in quell’area durante la mappatura.
Quindi come mai non si è operato anche in questo sito vista la segnalazione di quasi due anni fa? Vi dirò di più, una cosa buffa che fa ridere, dalla foto di quest’ultimo articolo che ho citato, si può notare che i calcinacci con eternit rotta sono depositati in mezzo a due secchioni. Sapete dopo la segnalazione cos’è successo? I cassonetti sono stati spostati di 200 metri.
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