Categorie: Cronaca

Artena, tribunale revoca un ordine di demolizione e ne sospende un’altro

Riceviamo e Pubblichiamo da A.E.C.I. Roma Sud:

Finalmente due famiglie, nostri associati, possono passare un’estate serena, senza timore di vedersi radere al suolo le case familiari, costruite rispettivamente negli anni ’90 e all’inizio del nuovo millennio. I due capofamiglia avevano rispettato le procedure per richiedere e ottenere il condono edilizio ma, la burocrazia amministrativa, motivata tra l’altro dalla effettiva difficoltà di interpretare le leggi e dal silenzio dell’opinione pubblica, riguardo a un problema che non era emerso in tutta la sua complessità, ha fatto si che questi cittadini abbiano vissuto per oltre venti anni con il dubbio di vedersi demolita la casa familiare.

Quando si sono visti notificare l’ordine di demolizione emesso dalla Procura della Repubblica di Velletri, entrambi hanno temuto il peggio e si sono rivolti alla nostra associazione per capire il da farsi. All’esito dell’incidente di esecuzione proposto al Giudice Competente, anche l’amministrazione è stata sollecitata a una rapida valutazione dei singoli casi, che si sono risolti con l’emissione del condono da parte del Comune di Artena per un associato (Ordinanza di luglio 2017), e con la pronuncia del TAR (sentenza di luglio 2017) che ha annullato il diniego del condono per l’altro cittadino.

I Giudici, dunque, in seguito al deposito dell’istanza, corredata di documentazione da parte del nostro legale, all’esito della procedura incidentale hanno definitivamente revocato l’ordine di demolizione dell’immobile a uso abitativo del cittadino di Artena, e sospeso quello dell’altro associato, in attesa della definizione dell’iter amministrativo. La vicenda e la storia che riguarda i nostri associati da prova del fatto che ci sono circostanze e casi (perché non tutti gli abusi possono essere sanati) nei quali la procedura può e deve risolversi favorevolmente per il cittadino che ha fatto tutto il possibile per sanare un abuso (magari commesso da altri) versando somme ingenti alle amministrazioni comunali pur di garantire un tetto alla propria famiglia, che, come nel caso dei nostri associati, sono costituite anche da minori nati e cresciuti negli immobili in questione. 

 

Redazione

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