Artena, un calcio alla disabilità: normodotati e atleti disabili insieme
Una partita di calcio integrato tra le squadre di atleti con disabilità e normodotati
“Ci sono persone rotonde mia cara signora, ci sono bambini a forma, diciamo, di triangolo, perché no, e ci sono… ci sono bambini a zigzag”, una delle frasi più celebri di David Grossman, scrittore Israeliano.
Una partita di calcio integrato tra le squadre di atleti con disabilità e normodotati. E’ l’iniziativa che si è tenuta sul campo comunale di Artena tra una rappresentativa della scuola calcio della Vis Artena e una rappresentativa della OMNIC e Mondo Disabili Future. Una partita di calcio organizzata da mister Andrea Canale, coadiuvato dal responsabile scuola calcio Luciano Faraoni, dal tecnico Andrea Morè, dal presidente Sergio Di Cori, dal direttore generale Cristian Calabrese, da Giuliano Genovesi e dal fratello Marco Canale.
Un progetto che ha messo insieme tanti soggetti, utile per fare un salto di qualità e creare un’occasione in più per dare una prospettiva concreta ai ragazzi diversamente abili. La scelta di far giocare insieme ragazzi con disabilità e ragazzi normodatati è quella giusta sulla strada dell’integrazione. Sì perché il calcio è anzitutto un gioco, e giocare è un diritto di tutti i bambini. Giocare a calcio non vuol dire semplicemente fare goal. Vuol dire condividere, collaborare, saper stare insieme e saper comunicare. Vuol dire saper rispettare le regole, saper rispettare i compagni e gli avversari, ma anche sapersi entusiasmare ed emozionare. Lo sport di squadra rappresenta l’ambiente più idoneo al divertimento e alla socializzazione, ed è dunque per i ragazzi diversamente abili una occasione preziosissima di integrazione con i loro pari normodotati. Oltre all’integrazione, tra gli obiettivi più importanti vi è quello di sensibilizzare i ragazzi normodotati alla cultura della diversità quale fonte di ricchezza e non come barriera o limite.
Foto di Roberto Benedetti
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