Si è tenuta ieri sera, 24 agosto, nella stanza adiacente alla chiesa del Colubro la prima riunione per la creazione del comitato Nobiogas di Artena. Alla riunione hanno presenziato diverse associazioni, tra cui l’Associazione genitori Artena, l’associazione Arboreto, l’Associazione teatrale “Simo sempre nu”, il Comitato di quartiere del Centro Storico, il MAG Giulianello (movimento autonomia Giulianello) e la Pro Loco di Artena; quest’ultima per ora non ha aderito all’associazione ma ha proposto di considerare l’idea di installare delle centraline per riscontrare il tasso d’inquinamento di Artena prima dell’eventuale costruzione della centrale. Comunque sia, il neonato Comitato NoBiogas si propone come un gruppo compatto e forte contro l’installazione di centrali Biometano nel territorio artenese e dintorni, in quanto allo stesso hanno aderito anche comuni limitrofi, quali Lariano, Colleferro, Paliano e Cori.
La storia della centrale Biometano a Artena inizia il 30 marzo 2015 quando la società Green Park Ambiente SRL, nelle vesti di Piero Percibaldi, imprenditore artenese (proprietario al 90%) e Vittorio Borghini, ex colonnello in pensione, dirigente AMA nonché responsabile dei cimiteri capitolini (con il 10% delle azioni) presenta il progetto in Provincia, trasformata poi in Area Metropolitana, subito dopo inoltrato alla Regione, dove si trova tutt’ora in attesa dell’ approvazione dell’ufficio per l’impatto ambientale (VIA). Ovviamente, poiché i lavori andrebbero fatti in territorio artenese, il Comune ha ricevuto subito dopo, probabilmente i primi di Aprile, una comunicazione in cui veniva avvisato dei lavori in corso alla Provincia: noi cittadini siamo venuti a saperlo solamente ai primi di agosto. Perché? Comunque sia, entro il 4 di ottobre l’amministrazione dovrà dare una risposta circa l’approvazione o meno del progetto.
Ma come mai il progetto è così ostacolato? Innanzitutto perché a guadagnarci sarebbero sempre “i soliti noti” ovvero i privati: anche perché quali vantaggi ne trarrebbe il comune di Artena? Né i cittadini artenesi usufruirebbero di un abbassamento della tassa sui rifiuti. Inoltre per essere attiva una centrale Biometano deve produrre come minimo 50.000 tonnellate di rifiuti, più 20.000 di liquame, che non coprono assolutamente la produzione artenese: contando che la raccolta differenziata viene effettuata solo nel centro storico il numero di tonnellate cala sensibilmente. Quindi, ecco il trabocchetto: i rifiuti smaltiti all’interno della centrale saranno (forse) in minima parte artenesi ma è stato ipotizzato che potrebbero provenire in larga parte dalla Capitale o peggio ancora da zone fortemente problematiche dal punto di vista dello smaltimento dei rifiuti, come Latina o Napoli. Senza contare il traffico generato dai camion che giornalmente trasportano il prodotto in entrata e in uscita e il cattivo odore che purtroppo è una costante quando si utilizzano questi tipi di materiale, ciò che preoccupa i cittadini artenesi è l’impatto che potrebbe avere un progetto del genere sull’ambiente; infatti, nonostante in quantità minima, durante le varie fasi di raffinamento il 5-10% del metano si disperde nell’aria e potrebbe risultare dannoso, così come le polveri sottili che si disperderebbero nell’ambiente e sulle coltivazioni circostanti. Ulteriore problema non trascurabile è il fatto che il percolato in eccesso finisce nelle falde acquifere e quindi anche nel lago La Torre di Giulianello, andando a compromettere un bene paesaggistico della comunità. Per dirlo con le parole di Alberto Cesari “il nostro territorio ha già dato molto, troppo, per lo smaltimento dei rifiuti”.
In conclusione Eugenio Marchetti, referente MAG, ha dichiarato che il 25 aprile di quest'anno, durante una manifestazione organizzata da Arci Montefortino, alla domanda “ è favorevole o meno alla realizzazione di una centrale Biogas, visto che non ha risposto alla lettera firmata da molte associazioni locali e da molti assessori e sindaci dei comuni limitrofi in merito alla centrale biogas da realizzare in contrada La Grazia Artena” il sindaco rispondeva, di fronte a molte persone peraltro, “che non si presentasse nessuno davanti a me con il progetto della biogas che gli do un calcio nelle palle”. Quindi, in definitiva, qual è la posizione dell’amministrazione in merito? Anche perché ricordiamo che dopo 20 giorni dall’arrivo del progetto in Comune, ancora non è stato espresso alcun commento in merito. Molto importanti sono stati gli interventi di Alberto Cesari, presidente di Laboratorio Analisi Alta Valle del Sacco e di Ina Camilli, rappresentante del Comitato residenti Colleferro, che hanno ribadito il loro appoggio al comitato noBiogas. Importante anche la mozione presentata dal gruppo consiliare Artena Cambia, che conferma la totale estraneità del gruppo al progetto, nella salvaguardia del patrimonio culturale e agroalimentare del territorio artenese.
Il 31 di agosto si terrà il consiglio comunale e la questione è all'ordine del giorno, cosi finalmente anche l'amministrazione esprimerà la propria opinione, mentre il 5 settembre al Palazzaccio si terrà un incontro promosso dal Comitato Nobiogas, a cui presenzierà un tecnico specialista che analizzerà e spiegherà i pro e i contro del caso. All’incontro è invitata a partecipare anche l’amministrazione.
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