Artena: Verità per Giulio Regeni
Poesia di Renato Centofanti: Elegia per Giulio Regeni
Riceviamo e Pubblichiamo da Renato Centofanti:
Questa poesia è dedicata a Giulio Regeni. La sua triste fine mi ha suscitato un moto di indignazione civile e umana compassione, queste sensazioni, ho cercato di esprimerle nel linguaggio poetico, scrivendo una poesia per lui e la sua famiglia. Vedendo la Madre in tv, che chiedeva e chiede, con forza e dignità la verità sulla morte del figlio, mi venivano alla mente le Madri di Plaza de Mayo, Ilaria Cucchi e la sua famiglia, che contro tutto e tutti è riuscita ad aprire un varco in un muro di menzogne, i genitori di Ilaria Alpi, il dolore dignitoso dei Soresin. Quanta dignità, amore, forza, e profonda fiducia nella verità degli uomini, esprimono queste famiglie, pur nel dilagante disincanto e pressapochismo; l’esperienza estrema, tira fuori dalle persone quel qualcosa di unico che è la forza dell’amore e il bisogno di verità.
Queste famiglie danno luce e fiducia alla nostra comunità. Seguendo i telegiornali e le cronache che parlavano della riconsegna del corpo ai genitori, mi è tornato in mente la scena dell'Eliade, quando gli Achei riconsegnano a Priamo, il corpo smembrato di Ettore. Quell'immagine mi ha dato il senso della tragedia di questo giovane uomo e della sua famiglia. Mi sono sentito toccato e partecipe di una grande sofferenza. Spero di essere riuscito a dare una forte espressività poetica, al sentimento prima accennato.
Elegia, per Giulio Regeni
Un giovane uomo è stato torturato, massacrato
con scientifica barbarie, ucciso
da grande amore era animato
di giustizia sociale intriso
per uomini e donne sofferenti
dove, il diritto è compresso e svilito
dove la dignità, l’uomo ha smarrito.
Un giovane uomo delle muse amante
a conoscere andava, le tante
vite dei fratelli sofferenti.
Poteva stare al caldo del paese
l’amore per gli altri, l’ha portato
nelle violente periferie del mondo
ne vedeva le storture e diseguaglianze
il disgusto sentiva e le doglianze.
Poteva stare nel suo paese
da giovane uomo amante della vita
alla vita di altri ha dedicato
lo sguardo, l’inchiostro, l’azione morale
lo sforzo della mente, praticato.
Quanta generosità, spesa per masticare
le grandi insensatezze del nostro tempo
assurdo e violento, repressivo e folle
quante bugie degli aguzzini, per farti dimenticare.
Sei partito da un piccolo paese, avevi come meta il mondo
le sottili nervature, volevi capire
la trama del potere dispotico
e senza limiti, volevi mostrare
l’ancor più feroce sottigliezza dell’economia globale
in risalto, cercavi di mettere.
Invece, hai trovato una morte senza falce
e con la cattiveria sorda
di aguzzini miseri e dannati
i conti hai dovuto fare.
Un corpo massacrato, è stato consegnato
a chi ti ha generato, con dolore senza fine e dignità estrema, chiedono perché? E chi?
La risposta è nel vento
quel vento ti avvolge come un sudario
profumato di fresca Utopia
che rende la tua vita, preziosa
come una reliquia