Marco Imperioli Diamante è nato e cresciuto ad Artena. Qui, a 17 anni, ha iniziato a prender parte a diverse attività associazionistiche. Studia Economia, nello specifico: Organizzazione e territorio a Tor Vergata. Ha praticato con passione e umiltà una breve ma emozionante carriera calcistica che gli ha permesso di prendersi qualche soddisfazione nello sport.
D: Perché si candida e perché con la lista Artena Cambia?
R: Mi candido con la lista Artena Cambia perché questo è un progetto diverso dagli altri, in quanto tutto è nato dentro il Laboratorio delle Idee, creato da alcuni giovani e vissuto da moltissime persone diverse per storia e per età: che poi è questa la nostra ricchezza. Proprio da lì, a partire dallo scorso febbraio, abbiamo iniziato una bellissima campagna di ascolto che ci ha permesso di creare il nostro programma elettorale: costruito insieme alla nostra comunità. Noi abbiamo una visione di governo che sia Bottom-up, con ciò intendo che abbiamo una visione di governo che parte dal basso, dall'ascolto. E attraverso l'ascolto si crea partecipazione. E dalla partecipazione possono emergere e di fatto sono emerse delle personalità che andranno a formare la nuova classe dirigente di Artena. Così è nata anche la mia candidatura, da un processo, un percorso grazie al quale ho preso questa decisone importante per la mia vita.
D: Spesso nei suoi interventi all'interno dei comizi e degli incontri USA la frase "non sono la pedina di nessuno". Ci spiega meglio cosa intende? Lei è un giovane ragazzo, chi meglio di lei conosce le problematiche dei giovani. Ce ne dice qualcuna e ci spiega cosa è sua intenzione fare per migliorarle?
R: In un'iniziativa del Laboratorio delle idee, realizzata per presentare ai cittadini la campagna d'ascolto, dissi questa frase. Già da allora avevano cercato di infangarci, dicendoci che i giovani spesso sono manovrati o vengono intralciati dai soliti "volponi" della politica. Il "non siamo la pedina di nessuno" voleva significare che, anche se giovani, noi non ci faremo pilotare da nessuno perché abbiamo una dignità da difendere e una visione della città, e un progetto preciso. E siccome fino ad oggi nessuno ha pensato a noi, ora siamo noi stessi che ci prenderemo cura delle nuove generazioni. Sono anni che seguo le politiche giovanili ad Artena e nel resto d'Italia. E in tutto questo tempo mi sono battuto per raggiungere qualche risultato, però sempre intralciato dall'allora Consigliere con delega alle politiche giovanili e dall'assessore alla cultura, i quali con varie scusanti hanno sempre impedito la messa in funzione del Consiglio Comunale dei giovani. Nel corso del tempo, ho maturato un'idea sulle politiche giovanili, andando ad analizzare la cecità degli amministratori. Innanzitutto non dobbiamo programmare le politiche giovanili basandoci solamente su luoghi di aggregazione/luoghi verdi o luoghi dove poter imparare a suonare uno strumento musicale. Io credo che le nuove generazioni abbiano bisogno di tre tipi di interventi : Partecipazione attiva – Formazione – Lavoro. Il tutto però deve partire sempre dall'ascolto per poi passare a una informazione virale. Su questi tre punti un'amministrazione può fare molto, sia in termini di iniziative che di proposte, e molto può prendere da altre istituzioni partendo dai programmi europei per passare a quelli regionali. Per i giovani ho in mente molte cose, non solo per i giovani, e per realizzarle dovremo conoscere la situazione reale del comune di Artena. Non faccio promesse: per cui mi limiterò a dire che mi impegnerò al massimo per le nuove generazioni.
D: Perché votare lei e non un giovane presente in altre liste, cosa pensa di poter dare in più?
R: Non mi piace fare paragoni, ogni candidato ha proprie caratteristiche, ognuno ha dei pregi e dei difetti. Non posso dirvi il perché non dovete scegliere gli altri candidati delle altre liste, ma dirò perchè i cittadini di Artena potrebbero votarmi. Sono anni che mi impegno per la mia comunità, faccio parte di due organizzazioni e manifestazioni culturali molto importanti ad Artena, entrambe si svolgono nel centro storico. Con umiltà ho cercato sempre di capire dove ho sbagliato e dove potevo fare bene, non credo di avere una "ricetta" già scritta per risolvere i problemi ma ho la determinazione per farlo: e una visione. L'unico mio obiettivo è quello di diventare un interlocutore naturale per le nuove generazioni così da poterle riavvicinare alle istituzioni, che da troppi anni ci considerano solamente "reccapotti".
D: Il suo sogno nel cassetto?
R: Il mio sogno nel cassetto ora è vincere le elezioni, perché per me non sarà una semplice vittoria elettorale ma sarà soprattutto una piccola e bellissima vittoria culturale.
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