Martedì 21 aprile 2015 alle ore 21,00 la “Compagnia dei giovanissimi di Brignano” debutterà in anteprima nazionale con lo spettacolo ISOLA 51 “di profilo sembra pazzo” di Mario Scaletta.
Siamo nell’anno 2115, il binomio uomo computer è diventato indissolubile. Gli incontri individuali e sociali si esauriscono all’interno del proprio modulo abitativo. La disabitudine ai rapporti interpersonali, ha generato un linguaggio verbale monosillabico. I ragazzi sono i più colpiti da questo nuovo ”morbo”. Per combattere questo male, sono state create delle costosissime cliniche di recupero linguistico e relazionale. In una di queste cellule curative si sviluppa la storia dei nostri quattordici protagonisti, il loro lento cammino verso una riabilitazione ai rapporti umani.
Il loro obiettivo, quello di arrivare all’Isola 51, una città simulata dove potranno reimparare a stabilire relazioni sociali concrete, oggetto del desiderio di una società virtuale. Il paradosso? A reinsegnare loro a parlarsi è una macchina, forse gli adulti non hanno più tempo per farlo.
Rinchiusi in questa cellula di recupero come i pazienti di una clinica psichiatrica, i nostri quattordici ragazzi ogni notte vengono “curati” da un cervello elettronico. Ogni notte vengono inserite nelle loro menti tutte le parole del teatro e del cinema mondiale, ogni giorno devono reinterpretare quelle parole, quelle scene, con esiti a volte esilaranti. Perché Isola 51, è uno spettacolo che ci fa riflettere sulla condizione di questi giovani del futuro, cugini stretti dei giovani d’oggi, ma è anche uno spettacolo che ha il merito di farci ridere senza farci spegnere il cervello.
Questi ragazzi imparano che la parola libertà è una parola dai molteplici risvolti: liberi e senza guida si sono trovati senza strumenti per comunicare, chiusi in una cellula di recupero lontano dagli adulti, costretti a seguire la voce sintetica di un computer, dubitano di poter pensare con il proprio cervello. Impareranno che non è importante avere delle parole proprie per sentirsi liberi ma è importante usare le parole degli altri capendole. Perché il linguaggio ci permette di capire chi siamo e cosa vogliamo e questi ragazzi capiranno presto il prezzo per arrivare all’Isola 51.
Siamo a teatro, stiamo per vedere della fantascienza, uno spettacolo comico o una commedia dai buoni sentimenti? Tutte e tre le cose. Mario Scaletta ha scritto un testo per questi ragazzi, che parli di loro ma che arrivi a tutti. Ed è sempre lui a dirigerli con attenzione e cura, per far sì che insieme riescano a far viaggiare gli spettatori in un futuro non molto lontano. Quattordici gli adolescenti in scena, la più piccola ha 9 anni, il più grande 26, tutti gli altri più o meno sedici anni.
Quattordici i componenti de “La compagnia dei giovanissimi di Brignano”, che ha dato il suo nome a questo gruppo di allievi della sua scuola, Artès. Il “capocomico” di questa compagnia Marco Todisco, ma se vi aspettate un solo bravo attore, vi sbagliate, ne vedrete quattordici.
Ragazzi appassionati e preparati, che studiano da anni insieme al corpo docenti Artès (Barbara Abbondanza, Lucia Ciardo, Gigi Palla e Armando Sanna), ragazzi determinati e coraggiosi, che hanno dovuto sostenere un provino per far parte di questa compagnia. Ragazzi insoliti e curiosi che passano il loro tempo libero a studiare le regole del gioco del teatro. Enrico Brignano è contento di lasciare nello loro mani il suo nome, sa che lo custodiranno con attenzione e che venderanno cara la pelle.
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