Consueto appuntamento con i cronisti per Rudi Garcia, insolitamente di domenica, visto il posticipo del ‘Monday Night’ che vedrà la sua Roma affrontare la Juventus capolista.
Tutto l’ambiente sperava di arrivare a questa sfida in ben altre condizioni, di testa e classifica; ma gli eventi degli ultimi due mesi hanno aumentato la distanza tra le due compagini fino a 9 punti. Sarebbe utopistico oggi parlare di scudetto e Garcia, che oggi si assume le responsabilità delle dichiarazioni di inizio stagione, lo sa bene.
Ecco il suo intervento integrale:
Il successo di Rotterdam, per come è arrivato, può essere la svolta?
“Avevamo detto che volevamo giocare le due competizioni al massimo, l’abbiamo dimostrato a Rotterdam. Ci siamo qualificati nelle circostanze difficili, prima della gara di domani non era solo una qualificazione importante, ma è stato importante anche il modo in cui l’abbiamo raggiunta”.
Domani la squadra dovrà vivere alla giornata?
“Conta solo questa partita, la vogliamo vincere. Poi non cambia nulla sul fatto che non abbiamo il nostro destino nei nostri piedi, lo abbiamo solo per il secondo posto quindi bisogna fare di tutto per mantenere il secondo posto, sarà l’unico modo per attaccare il primo. Dobbiamo concentrarci su questa partita, anche se vinciamo non saremo in grado di dipendere solo da noi”.
Lo ridirebbe che la Roma avrebbe vinto lo scudetto?
“Vedo la vostra ossessione a chiedermi questa cosa, posso dire che forse c’è una divinità misteriosa che ha voluto punirmi per questo peccato, se peccato ho commesso, di superbia. Se l’ho fatto era per lottare contro un ambiente di pessimismo ossessivo. Se ho commesso questo peccato, non era un comportamento di uno stupido che non riflette, che dice cose al volo. Penso che per mantenere la motivazione e l’ambizione era al massimo fosse necessario fare questo. Non ci fermiamo a questa stagione, l’obiettivo non solo è vedere la Roma al centro del Villaggio, ma al centro dell’Italia. Questo non si fa in pochi giorni, il destino della Roma, e l’ha ripetuto il presidente, è lottare per il titolo non solo quest’anno, ma anche in futuro. È vero che quest’anno siamo stati colpiti duramente dalla sfortuna, penso agli assenti non previsti, la nostra storia è fatta di errori, nessuno fa le cose perfettamente. Voglio dire che la prossima volta che qualcuno mi farà questa domanda, lo manderò a quel paese (ride ndr). Il destino della Roma è vincere, lottare per lo scudetto e speriamo anche un giorno in Europa. Dobbiamo mostrarci all’altezza di questo destino. Con quella dichiarazione ho voluto ridare orgoglio ai tifosi che di scudetti ne hanno vinti pochi, bisogna essere consapevoli che la Roma sta costruendo un futuro in cui lotterà ogni anno per la Champions League e per lo scudetto”.
Qual è l’errore che proprio non deve fare la Roma domani?
“Ne deve fare il meno possibile. Sappiamo che giochiamo contro la prima in classifica, dobbiamo sfruttare la fiducia che è stata mostrata a Rotterdam e a Verona, dove non abbiamo pareggiato come le altre volte. L’obiettivo è tornare a vincere in Europa e all’Olimpico, abbiamo tanta voglia di vincere questa partita perché è all’Olimpico e perché pareggiamo troppo. Sono sicuro che i ragazzi daranno tutto e lotteranno tanto per avere questa vittoria. Non dico altro che se avranno fiducia a inizio partita sarà meglio, e questa fiducia se la sono presa da soli. Già mi sono espresso, per avere una squadra che dà il 100% devono sentire che ci sono tutti quelli che amano la Roma”.
De Rossi ha detto che la Juventus è più umana, è d’accordo? Che differenze trova con quella dello scorso anno?
“Questa Juventus è prima a +9 sulla seconda, vuol dire che per il momento è la squadra più forte del campionato”.
Domani saranno importanti i cambi: come stanno Florenzi, Iturbe e Doumbia? Quanti giocatori ha a disposizione per fare i tre cambi classici?
“Florenzi è al 100%, Manuel sta tornando bene, non ha una gara intera nelle gambe, ma un’ora-un’ora e un quarto sì. Doumbia ha una lombalgia, non lo convocherò domani, bisogna rimetterlo al giusto livello. È da troppo tempo che non si allena normalmente. Non ci sarà, ma come abbiamo visto col Feyenoord, col rientro di alcuni giocatori ho delle soluzioni. C’è anche Verde, rimasto in panchina giovedì. Ho più soluzioni, l’abbiamo detto: con il ritorno di tanti giocatori siamo più forti e competitivi. Per Maicon è troppo presto”.
La squadra soffre la sindrome del braccino contro avversari di pari livello?
“Bisogna vedere ogni singola gara. Ci sono stati risultati negativi dopo ottime prestazioni. Parlare del passato non serve a nulla, vogliamo un bel futuro”.
Come vive questa partita? Può essere una rivincita?
“C’è solo il contesto attuale, il secondo riceve il primo. Quand’è così, il secondo è sempre motivato al massimo. Mi auguro di vedere una bella partita, che ci sia fair-play, con un’accoglienza a livello della Roma e non come quella dell’andata. Sul campo lotteremo”.
Può essere un vantaggio per la Juventus giocare per due risultati? Insisterà col modulo di Rotterdam?
“Abbiamo tante frecce al nostro arco, useremo un modlo per vincere, anche se bisogna cambiare in corsa. Sulle altre cose, non penso che una squadra come la Juventus venga qui per pareggiare, cercherà di vincere con la loro qualità. Non cambia niente per noi, siamo in due a voler vincere”.
La differenza tra Roma e Juventus è legata agli infortuni?
“Mi aspettavo una domanda su Pirlo e Pogba, il presidente ha detto che se a loro fossero mancati per un lungo tempo, come sono mancati Castan e Strootman per un lungo tempo, la squadra sarebbe stata meno forte e sarebbe stata un’ottima risposta”.
In questo momento, Roma e Juventus partiranno alla pari?
“Non lo so, non importa. Sappiamo che incontriamo la prima in classifica, in tutti i paesi europei e del mondo quando il secondo riceve il primo vuole mostrare cosa sa fare. È anche vero che domani bisogna fare una partita di altissimo livello, sull’onda di quanto fatto giovedì. Bisogna avere un atteggiamento di riflessione, non basta solo la voglia. Vediamo se siamo capaci, sono sicuro di questa cosa. Non ci sarà altro obiettivo che i tre punti”.
A Rotterdam si è vista una squadra coesa. E’ possibile che l’ambiente ostile abbia spronato la squadra e al contrario un ambiente più tranquillo come l’Olimpico faccia sedere i giocatori?
“L’ambiente all’Olimpico non è più tranquillo. Tutte le squadre del mondo che lottano per qualcosa, quando sentono fiducia sono più forti. Prima della trasferta a Rotterdam sentivo i giocatori essere convinti e motivati sul fatto di poter vincere. Lo stesso atteggiamento che sento per la partita di domani. Vogliamo uscire a testa alta dall’Olimpico”.
Se il Napoli batte il Torino sarà a pari punti con la Roma. La preoccupa la rinascita del Napoli e il fatto che per la prima volta potrebbe ritrovarsi terzo in classifica?
“Non abbiamo aspettato oggi per sapere che il Napoli è una buonissima squadra. A noi non cambia nulla, il destino del secondo posto è nelle nostre mani. Dipende solo da noi”.
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