Lunedì scorso avevamo scritto del caso di un impiegato positivo al Covid-19 negli uffici della direzione del Distretto Sanitario della Asl Rm 5 di Porta San Martino a Palestrina. Una sede che ogni giorno è frequentata da decine di pazienti per le visite ambulatoriali. Oltre che medici, assistenti sociali del Comune, infermieri e personale amministrativo, con lunghe file anche all’aperto e sotto la pioggia. Questa notizia era stata confermata involontariamente da una “smentita” (solo nel titolo) del Direttore generale della Asl Rm5 di Tivoli, Dott. Giorgio Giulio Santonocito, che aveva invitato stampa e blog a non creare allarmismo. Pur ammettendo che il dipendente in questione, seppure interinale e proveniente da Roma, era sì risultato positivo. A un virus che, com’è noto, non è “interinale” e che è indifferente che provenga da Roma.
Qualche giorno dopo ci è arrivata notizia – che la Asl si è ben guardata da confermare – di quello che già sospettavamo, ovvero che una seconda persona di quello stesso ufficio era risultata positiva al tampone.
Già questa sarebbe l’ennesima conferma del fatto che scrivendo un articolo non volevamo creare allarmismo gratuito. Volevamo solo informare gli utenti – alcuni dei quali sembrano infastiditi dalla verità – che hanno diritto a conoscere lo stato sanitario di quell’ufficio aperto al pubblico.
Ribadiamo che nello stesso portone entrano ogni giorno i dipendenti e utenti degli uffici comunali dei servizi sociali, quelli del consultorio, quelli che devono prenotare visite al Cup o scegliere il medico o chiedere l’esenzione e decine di pazienti che si sottopongono alle visite specialistiche. A tutta questa gente viene misurata la temperatura da un vigilante che cura il corretto ingresso. Ma come si farà quando le temperature scenderanno e le precipitazioni renderanno impossibile fare la fila all’aperto? Abbiamo tentato di chiederlo al Direttore Generale Santonocito, cui ci ha rimandato la direttrice del Distretto di Palestrina, dott.ssa Luisiana Colombo, ma questi non ci ha risposto né ha dato chiarimenti tramite il suo ufficio stampa.
Gli avremmo chiesto conferma della seconda impiegata positiva. Inoltre se è a conoscenza del forte rischio contagio vista l’affluenza di utenti e dipendenti di più uffici. In un edificio senza una sala d’aspetto e forse neanche a norma, e infine cosa intende fare per la prevenzione di questo che potrebbe prospettarsi come un vero e proprio “cluster” dentro un’unità sanitaria locale. Domande che pensiamo di aver diritto a fargli visto che le risposte interessano sicuramente i nostri lettori.
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