“Ho partecipato a Bologna – racconta Achille Bellucci, Presidente di Uncem Lazio – all’Assemblea annuale di ALI (Autonomie Locali Italiane) l’Associazione dei Sindaci progressisti e riformatori italiani. Hanno scelto come filo conduttore della due giorni, 1 e 2 luglio 2021, il concetto di “velocità”, che forma, a detta del Presidente di ALI, Achille Variati, un binomio indissolubile con il termine democrazia. E io ne condivido il significato, sia rispetto alle riforme necessarie nell’ordinamento degli Enti Locali, sia rispetto alla sfida che ci attende con il PNRR. Perché se non si supera l’impasse burocratico amministrativa che blocca il Sistema Italia temo che ci attendano delle dure prove”.
“Il tema iniziale – ha proseguito Bellucci – ha riguardato la dignità degli amministratori locali dopo i casi clamorosi dei Sindaci Stefania Bonaldi e Simone Ugetti. La prima, indagata per un incidente in un asilo, il secondo arrestato per poi essere prosciolto con formula piena. C’è quindi da riformare il codice penale, come ha ben illustrato il Presidente di ALI Lazio Bruno Manzi a proposito dell’abuso d’ufficio, della legge Severino e soprattutto del TUEL, il testo unico degli enti locali.
Numerosi gli interventi che hanno evidenziato le condizioni precarie in cui versano gli enti di prossimità e i guasti che provoca il nuovo centralismo regionale, a fronte della necessità di formare una nuova classe dirigente per l’amministrazione locale. Visto che è sempre più difficile formare liste comunali o reperire Sindaci che saranno comunque a rischio, sia penale che civile.
“Matteo Ricci – ha concluso Il Presidente di Uncem Lazio – ha ben riassunto sinteticamente tutte le questioni emerse, dalla parità di genere, alla scuola, alla necessità che i Comuni partecipino formalmente alla cabina di regia del PNRR, al cambio culturale necessario per una nuova produttività nella PA, alla parola d’ordine di partire dal territorio e non dalla burocrazia statuale, alle battaglie valoriali come quelle per Patrick Zaki prigioniero in Egitto e per il Ddl Zan contro l’omotransfobia.
Esprimo quindi un giudizio positivo sull’assemblea di Bologna, anche se per quel che ci riguarda come UNCEM, quando parliamo di rafforzare i Comuni attraverso le loro aggregazioni, dovremmo considerare che le Comunità Montane sono già aggregazioni di Comuni. E che quel che veramente manca, sono le risorse per rispondere alle necessità dei territori, che derivino dalla restituzione dei tagli effettuati, dal ripristino della nostra autonomia impositiva e dalla fiscalità di vantaggio per le aree interne e montane”.
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