Cronaca

Assurdo lo scontro Vegani-Onnivori: le piante sono esseri senzienti e intelligenti e sono il 98% della vita sul pianeta

Le opinioni valgono su questioni prive di basi scientifiche. Si può discutere di filosofia e di religione, di sport e di politica. Quando un problema necessita di fondamenti scientifici le opinioni non servono a niente, servono i dati e le esperienze. Come succede per il cambiamento climatico, non tutti sono attrezzati per discutere di nutrizione e di etologia.

Leggo una notizia di un gesto intollerante che ha come vittima un bambino di 4 anni. Sono cose che vedo ripetersi troppo spesso e confesso di essermi scoperto io stesso “intollerante” verso chi si comporta così a danno di altri. La famiglia della signora Craine, in Australia, ha scelto un’alimentazione vegana.

Quando, per il figlio di 4 anni, la mamma organizza una festicciola, nessun amichetto si presenta. Le famiglie hanno preferito soprassedere. Il bambino c’è rimasto male e avrà vissuto tutto questo come un dispetto, una profonda ingiustizia. Di sicuro è una scortesia. Ma purtroppo oggi l’essere scortesi sembra diventato un tratto comune a molte società. Si è scortesi in tanti casi, per strada nei rapporti umani, in ufficio, in tv, sui giornali.

La scortesia è il tratto unificante tra talk show politici e famiglie

Oggi scortesi sono i politici quando dibattono nei talk show. Sembra che siano convinti che la cosa porti voti. Si è scortesi perché ci si guadagna, biecamente. Quando si chiede “Da che parte stai?” parlando di una guerra che fa morti e feriti e distrugge case e futuro, dire “Da che parte stai?” significa abbassare la discussione al livello degli ultras dello stadio.

Per chi fai il tifo? Per nessuno, si risponde. Le guerre non sono mai giuste, chi ha ragione e chi è in torto passa subito in seconda linea, quando si comincia a distruggere, nessuno si comporta bene. Le guerre non si fanno per i motivi dichiarati (libertà, democrazia, autodifesa…), ma per interessi, neanche tanto oscuri (egemonia, vendita di armi, conquiste territoriali, interessi economici).

Certo non si fanno per difendere i popoli, che rappresentano la prima vittima di ogni conflitto. Sono questioni che vanno capite, analizzate, spiegate nelle loro ragioni. Sappiamo però che la gente non ama capire, preferisce ragionare con la pancia. Così i genitori degli amici del bambino di 4 anni, non pensano al danno che stanno commettendo e diventano intolleranti verso la signora vegana e suo figlio. Le fanno la guerra.

Che colpe ha un bambino di 4 anni se la madre è vegana?

A raccontare l’accaduto è stata la mamma, Angel Craine, che ha spiegato di essere vegana ma di non aver mai costretto i figli a seguire la sua dieta. I bambini, assaggiando il suo cibo, hanno deciso di mangiare come la mamma. La 27enne di Scarborough, in Australia, ha detto che stavano organizzando la festa a tema Pokémon di suo figlio, da più di un mese, ma è stato un vero flop.

La mamma, però, credo sapesse che le famiglie degli amici di suo figlio fossero contrarie a questo tipo di alimentazione, perché c’erano già stati scontri accesi in proposito, probabilmente nelle riunioni scolastiche.

Dopo aver organizzato la festa il bambino si era già sentito dire che gli amici non avrebbero partecipato, per non essere costretti a mangiare cibo vegano, in modo particolare la torta.

Parlando di bambini di 4 anni non siamo neanche alle elementari ma alle scuole primarie, in pratica all’asilo. Questi bambini seguono pedissequamente quello che i genitori decidono e se i genitori mangiano solo verdure mi pare logico che il bambino venga indotto ad imitarli. Dovrebbero essere i genitori stessi a lasciargli libertà di decisione. Appena più grande potrebbe decidere.

Tutti i cuccioli imparano dalla madre cosa mangiare e come procurarsi il cibo. Ma gli animali non agiscono per opinioni o per etica, ma secondo natura. Ciascuno sa qual è la propria alimentazione. Ed è bene ricordare che siamo animali onnivori e lo siamo da oltre un milione di anni e questo ci viene confermato dal nostro apparato digerente.

Tutti alzano muri. È più facile che aprire porte!

Mi è stato detto che ogni giorno, dopo la scuola, i ragazzi facevano commenti scortesi sul fatto che lui fosse vegano, ma solo una settimana fa mi hanno raccontato che tutti dicevano che non sarebbero venuti alla sua festa se avessero mangiato una torta vegana”. Ha dichiarato la mamma a chi la intervistava.

Il bambino è sempre stato molto felice di avere una mamma vegana, sosteneva con orgoglio il fatto di voler tutelare gli animali, ma i suoi compagni non erano dello stesso parere. L’esperienza ha profondamente segnato la donna che ha ammesso: “Mi sono iscritta a dei gruppi di vegani su Facebook, spero di entrare con persone che abbiano figli che la pensino come il mio”. Il muro è stato costruito, la divisione sancita. Di là gli onnivori e di qua i vegani. Invece di incontrarsi e scambiarsi conoscenze, si erigono muri e ci si irrigidisce nelle proprie posizioni. Tutto il contrario del vivere civile.

L’etica imporrebbe che certe affermazioni avessero una base scientifica

Il caso ci offre lo spunto per una riflessione. Non tanto sul valore o la follia di seguire un’alimentazione vegana. È un tema abbondantemente dibattuto e ciascuno si può fare una sua opinione leggendo testi e vedendo dibattiti. Possibilmente testi che abbiano una base scientifica solida e riconosciuta. Continuerò sempre a dire che le opinioni sono molto varie e se ne possono avere quante vogliamo ma non su questioni che attengono a temi scientifici.

L’alimentazione è qualcosa che serve a mantenerci vivi e in salute, non è una ipotesi filosofica. Molti tra i vegani parlano di etica ma a mio avviso a sproposito. L’etica non ha niente a che fare con chi sceglie di non nutrirsi con prodotti di origine animali. Anche perché chi lo fa non infrange nessuna etica superiore ma solo quella imposta dai vegani. Si possono avere comportamenti etici sia mangiando hamburger che mangiando foglie di insalata.

Le piante sono esseri senzienti e intelligenti e sono il 98% della vita sul pianeta

In proposito faccio presente che in base ai più recenti studi sulle piante, queste sono esseri senzienti, vivi e “vegeti” e lo sono da più milioni di anni di noi. E con un proprio sistema di adattamento alle condizioni terrestri, diverso dal nostro, che si fonda sulla mobilità, con una diversa intelligenza che le fa esseri adattati a rispondere agli stimoli e ai pericoli dell’esistenza, non con la fuga, come gli animali, ma con processi di dissuasione e di reazione ai danni subiti che noi appena stiamo iniziando a conoscere (Vedi gli studi del professor Stefano Mancuso, Laboratorio Internazionale di Biologia Vegetale presso l’Univ. di Firenze).

Se le piante sono tutto ciò allora cosa c’è di etico nel non mangiare esseri senzienti e mangiarne degli altri? Evidentemente come uomini siamo immersi in un processo naturale in cui si è al tempo stesso predatori e prede. Bisogna prenderne atto e comportarsi con la natura, di cui siamo parte, con rispetto e consapevolezza, seguendo principi ecologici. Rispetto per le altre specie animali, che vanno trattate con dignità e consapevolezza. Non siamo noi i padroni della Terra, ma solo degli ospiti, come tutte le altre specie viventi.

Se si parla di questioni scientifiche le opinioni non servono

Il dibattito nei talk show tra vegani e carnivori, o onnivori, lo trovo un’occasione inutile, un’occasione persa per informare il pubblico su quali siano le prassi opportune da seguire per capire un problema. Quando gli argomenti hanno una base scientifica da cui partire, vanno invitati ricercatori, medici, nutrizionisti, dietologi, fitoterapeuti. Non l’associazione delle mamme vegane o Gianfranco Vissani, non Red Ronnie o Giuseppe Cruciani.

I pareri, ripeto, non hanno alcun valore di conoscenza se non sono corroborati da dati scientifici. Come quando si discute del cambiamento climatico della terra e si invitano “scienziati che hanno opinioni diverse”. Non è vero. La Scienza ha una opinione precisa, dichiarata e basata su dati e ricerche vagliate per anni e anni da studiosi. Spesso chi si erge contro il riscaldamento globale non ha avuto alcun riconoscimento a livello scientifico in merito ala questione specifica.

Magari è un fisico, un chirurgo ma non è un climatologo e basterebbe che le sue tesi venissero pubblicate su una rivista accreditata per venire smascherate e confutate all’istante e quindi messe da parte. Che lo facciano. Così è per l’alimentazione vegana. Non la chiamo dieta perché in effetti non è un menù di portate per dimagrire o per ingrassare. È una scelta, uno stile di vita, che secondo loro, avrebbe basi solide su cui poggiare e secondo medici e nutrizionisti non in termini assoluti.

Tolleranza verso chiunque e qualunque cosa non sia un comportamento criminale

Detto questo, ci ritroviamo nelle famiglie, nelle scuole e nei gruppi amicali ad assistere a discussioni tra adulti sul fatto che sia giusto o meno mangiare gli animali per sostenerci. Queste discussioni, anziché procedere sul binario del confronto tollerante e civile, sfociano in accuse pesantissime, in diktat, in attacchi di una violenza inaudita. È proprio dei movimenti integralisti ortodossi, del tipo “talebani”, avere certi atteggiamenti.

Quello che si rimprovera a certi vegani è di comportarsi come una setta integralista. Pensano di condurre una battaglia di civiltà e invece sono solo indottrinati e incapaci di analizzare la situazione. Quando è così la gente si ritira in buon ordine e si crea una frattura, nel seno dello stesso nucleo familiare o amicale, difficilmente ricomponibile. Credo che ciascuno sia libero di mangiare come, quanto e quando vuole ma non si può farne una questione di vita o di morte e di proselitismo.

Vale per loro la stessa cosa che si può dire ai Testimoni di Geova o gli Evangelici o agli Hare Krisnha. Prega il tuo Dio ma non devi convincere gli altri a farlo. Nel caso della storia del bambino australiano è accaduto il contrario. I talebani sono stati gli onnivori contro la famiglia vegana.

L’ignoranza è la madre di tutti i mali del nostro presente

I genitori degli amici del bimbo che non hanno mandato i loro figli alla festa si sono mostrati sciocchi. Non bravi genitori. I bambini non hanno colpe mai. Se la famiglia del bambino è vegana, ebrea, palestinese, comunista, induista, hippy o del Senegal, ai genitori non deve interessare, non può rappresentare un pregiudizio. Se sono persone perbene e corrette, quel bambino di 4 anni non potrà essere un reietto. Invece se insegni ai tuoi figli che ci sono persone da non frequentare, da escludere, da allontanare, crei le basi per l’odio e per il razzismo.

Sono le famiglie che insegnano i comportamenti scorretti, scortesi, divisivi, di cui soffre la società. Mettiamo da parte ideologie e convinzioni quando si tratta del futuro dei nostri figli. Se mangeranno una fetta di torta vegana non si ammaleranno. Ci vuole scienza e conoscenza per rendersene conto, è qui che si trova il nemico mortale della società: l’ignoranza. L’ignoranza è alla base di tutte le incomprensioni, i razzismi, i sentimenti di odio che drammaticamente stanno rendendo invivibile questo pianeta.

Carlo Raspollini

Autore e regista televisivo, responsabile marketing, consulente gastronomo e dello spettacolo, viaggiatore.

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