In questo piovoso inizio di dicembre, preludio di quello che ricorderemo per anni come il Natale con il Covid, sembrano lontani ricordi le lunghe file nei centri commerciali o le passeggiate in centro tra luci ed addobbi alla ricerca dell’ultimo regalo. Il Natale del Covid ha spostato le abitudini dei romani, non più week end dello shopping, ma piccole pillole pomeridiane in cerca del regalo giusto. L’ennesima novità causata dal Covid, l’ennesimo cambio di abitudini, l’ennesimo stravolgimento ai tempi del virus, quel virus che rende tutto diverso e tutto nuovo.
In questo periodo di novità e stranezze, Atac, l’azienda di trasporto pubblico del capitale non brilla sicuramente per efficienza, anzi stavolta ci sorprende per la sua bipolarità. Dopo anni di battaglie infatti, tra concordati fallimentari e referendum per la privatizzazione, con il Covid, Atac sta mostrando tutte le sue inefficienze e anomalie.
Inefficienze ormai ataviche, divenute ormai croniche, come i 45 filobus parcheggiati con le aste verso il cielo, in attesa che un miracolo natalizio, regali loro un nuovo appalto di manutenzione. Inefficienze che hanno dell’assurdo, mentre la Sindaca Raggi continua con le presentazioni in pieno stile ventennio, delle nuove vetture CityMood, in quel di Via Prenestina 45, qualcuno deve aver sottovalutato che in poco più di un anno, le prime vetture rosse consegnate, abbiano già percorso 100-150 mila km ed abbiano bisogno di manutenzione, così per mancanza di pezzi di ricambio, restano ferme nei depositi a prendere pioggia, invece di incrementare il parco vetture ormai esausto.
Mentre per i romani i preparativi per il Natale si mostrano un po’ sottotono, ci pensa invece l’Atac del nuovo A.U. Mottura, ennesimo amministratore nominato dalla Raggi per la municipalizzata del tpl, a tirare fuori un bel regalo per le aziende private che gravitano nell’orbita della Capitale. Un bell’appalto per la gestione di linee periferiche al posto dell’azienda capitolina, un pacchetto di 23,5 milioni di euro per 60 giorni, importo che potrebbe anche aumentare del 20% in base alla generosità natalizia di mamma Atac. Un bel regalino per i romani, cosi viene sbandierato, più bus in strada per tutti, ma ricordiamoci sempre che la cara vecchia Atac non si smentisce mai, così veniamo a sapere che si continua inspiegabilmente a lasciare a casa centinaia di autisti ed operai.
In Atac infatti le quarantene durano molto più di tutti gli altri, è ormai prassi consolidata che i dipendenti restino in attesa 10 o 15 giorni dopo il tampone negativo, inutili le innumerevoli chiamate e mail al settore sanitario dei malcapitati autisti, se non si ottiene il nulla osta del medico aziendale si resta a casa, mentre i romani aspettano in strada un bus meno affollato e più efficiente. Balza agli occhi la contemporaneità degli eventi: autisti tenuti a casa, filobus parcheggiati, vetture nuove senza ricambi… un bell’appalto che risolve tutto. Come recitava un grande uomo politico della prima repubblica: “A pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina”.
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