Ai più attenti osservatori dei dati dei contagi Covid, quella di togliere le protezioni all’interno degli autobus era sembrata una decisione in assoluta controtendenza. Il 7 dicembre scorso, in contemporanea con l’arrivo della variante omicron, l’azienda Atac ha inspiegabilmente emesso una disposizione che eliminava la catenella di separazione con il posto guida degli autisti e ripristinava l’accesso dei passeggeri dalle porte anteriori.
In verità la decisione era stata presa a seguito di un’ordinanza congiunta dei ministri della Salute e delle Infrastrutture e Mobilità, che sanciva la riapertura degli accessi dalle porte anteriori per le vetture con separazione totale tra autisti e passeggeri. Un’indicazione fuorviante che, lasciava immutata la catenella di separazione per le vetture con i posti guida semiaperti, ma qualcuno aveva interpretato come abolizione su tutte le altre tipologie di autobus. Voci insistenti parlano addirittura di ‘forti pressioni politiche’ per l’abolizione della tanto odiata catenella e a giudicare dal tam tam sui social si possono capirne le fonti.
Su Twitter impazzano per giorni foto di catenelle ancora installate, con evidente ignoranza totale del testo dell’ordinanza ministeriale. La battaglia per ‘restituire più spazio ai passeggeri’ si trasforma in una caccia aperta alle catenelle, con tanto di foto, minacce e insulti, come se quella flebile difesa del conducente fosse la causa scatenante dei contagi e dei sovraffollamenti dei mezzi pubblici. A chiedere con forza il ripristino di quel minimo di distanziamento arrivano i sindacati e i lavoratori tentano di mantenere il punto con espedienti a dir poco pittoreschi.
Nastri adesivi, nastri biancorossi da cantiere, il tira e molla dura per giorni, mentre i contagi avanzano incalzanti. Al fianco dei lavoratori, il 17 dicembre, arriva una nota dei due consiglieri comunali del PD, Zannola e Parrucci che chiedono il ritorno alla separazione per garantire la sicurezza dei lavoratori del Tpl romano. Il periodo pre-natalizio è uno stillicidio di immagini di autobus stracolmi, i sussidi previsti non risultano sufficienti in molte zone della città, lo shopping natalizio spesso è un assalto alla diligenza di decine di passeggeri.
L’entrata in vigore dell’obbligo di Green pass a bordo dei mezzi del tpl urbano, non riesce ad arginare gli affollamenti, i controlli a campione, con tanto di multe, si rivelano insufficienti, nel frattempo i contagi crescono. Le organizzazioni sindacali inseriscono il ripristino delle catenelle nei temi di sciopero nei confronti di Atac. Nel pieno dei festeggiamenti del Natale, tra panettoni e cenoni, il governo ordina di indossare le mascherine FFP2 a bordo dei mezzi pubblici, innalzando la soglia di sicurezza ai livelli massimi dall’avvento del Covid.
Atac, che in precedenza aveva fornito una sola mascherina lavabile ai suoi autisti, corre ai ripari affrettandosi a consegnare le FFP2 a tutti i lavoratori a bordo dei mezzi. Qualcuno in via Prenestina 45, sarà rimasto impressionato dai dati dei contagi tra i lavoratori di Atac. Ben 150 positivi e 270 in quarantena hanno convinto la direzione oggi a tornare alla catenella e lo smart working per gli impiegati da gennaio.
La battaglia al Covid non è finita, servono ancora attenzione e sforzi economici per garantire a lavoratori e passeggeri di viaggiare in sicurezza, non scontri sui social o estenuanti dibattiti televisivi.
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