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Auditorium Parco della Musica, va in scena “L’inseguitore”

Il Festival chiude in bellezza domenica 27 novembre alla Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica, in collaborazione con Musica per Roma, con L’Inseguitore, con Vinicio Marchioni e Francesco Cafiso Quartet.

Vinicio Marchioni voce narrante, Francesco Cafiso sassofono contralto, Mauro Schiavone pianoforte, Pietro Ciancaglini contrabbasso, Adam Pache batteria, Musiche di Francesco Cafiso Testo tratto da “L’Inseguitore” di Julio Cortázar (ed. SUR, Traduzione Ilide Carmignani), Adattamento e Regia di Vinicio Marchioni. Prima a Roma Produzione originale Torino Jazz Festival.

Si tratta di un Monologo in jazz sulla vita di Charlie Parker tratto da “L’Inseguitore” del grande scrittore argentino Julio Cortázar (1914-1984). Pubblicato nel 1959 nella raccolta “Le armi segrete”, il racconto s’ispira liberamente agli aspetti più drammatici della vita di Charlie Parker, ribattezzato Johnny Carter, la cui vicenda è filtrata dalle parole del suo amico Bruno, critico musicale.

Vinicio Marchioni ha adattato il testo e lo ha messo in scena insieme ad uno dei più brillanti musicisti postparkeriani, il sassofonista Francesco Cafiso, che con il suo quartetto, Mauro Schiavone al pianoforte, Pietro Ciancaglini al contrabbasso e Adam Pache alla batteria, interagisce con il corpo e la voce di Marchioni.

Ha scritto Vinicio Marchioni nelle sue note di regia: “…mettere mano a L’Inseguitore è come entrare in un tempio. Non solo del Jazz. Si ha l’impressione, leggendo, di avanzare in qualcosa di mistico, in un percorso iniziatico a due facce, da una parte Bruno, dall’altra Jhonny.

Un percorso pieno di voragini dominate dall’ossessione per il tempo. Voragini che un genio musicale persegue, inseguendo la possibilità di annullare il tempo, combattendolo, odiandolo, trovando l’estasi solo squarciandolo, attraverso un sassofono che perde in continuazione.

La possibilità di “giocare” in scena con questo capolavoro insieme ad un gigante del jazz come Francesco Cafiso, di provare insieme a far sì che le parole di Cortázar inseguano la musica di Cafiso o viceversa, di provare a intrecciare il racconto orale al jazz e rendere la musica parola è il tentativo di questo spettacolo. Cercando di riempire il silenzio della vita o della mente, quei “buchi” di cui parla Jhonny/Charlie, e di renderli musica. Per scongiurarli, trasformarli e renderli arte ed energia a più voci.

Un’ora e mezza per entrare fin dentro al midollo di una vita vissuta per il jazzLo spettacolo è realizzato in collaborazione con la Fondazione Musica per Roma, nell’ambito della sua programmazione di spettacolo 2016.

Redazione

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