Le due culture ed esperienze artistiche molto diverse, si incontrano nel concerto della IUC-Istituzione Universitaria dei Concerti nell’Aula Magna della Sapienza di sabato 23 novembre 2019 alle 17.30.
Rinomato per il suo suono molto personale e il suo virtuosismo, Nicolas Altstaedt è uno dei musicisti più creativi e versatili del panorama artistico attuale. Ricercato sia come violoncellista solista sia come membro di ensemble cameristici sia come direttore, conquista sempre il pubblico con le sue straordinarie esecuzioni in un repertorio che spazia dal barocco al contemporaneo.
Ricordiamo il suo debutto romano proprio alla IUC nel 2010 accanto ad Alexander Lonquich nella serie di concerti intitolati "Robert Schumann: poesia ossessione silenzio". Recentemente è stato Artist in Spotlight al Concertgebouw di Amsterdam e Artist in Residence alla NDR Elbphilharmonie di Amburgo.
I concerti di questo pianista sono molto diversi dalla solita esibizione di un grande virtuoso: sono più diretti, più aperti, più sinceri, più coinvolgenti e arrivano direttamente al cuore. Say si accosta alla musica occidentale senza reprimere la sua sensibilità e la sua cultura turca.
Dopo la formazione in Turchia, si è perfezionato in Germania e questo mix musicale si avverte chiaramente anche nelle sue composizioni, che fin dal titolo rispecchiano le antiche tradizioni e la storia della Turchia ma anche gli avvenimenti più recenti, come i tragici fatti di Gezi Park ad Istanbul, cui Say ha dedicato vari brani.
Non rinuncia mai ad esprimere liberamente e con coraggio le sue idee, sfidando non soltanto le convenzioni musicali ma anche i diktat politici e religiosi: per alcuni tweet considerati ironici sull'Islam – un'accusa che egli ha sempre respinto fermamente – ha subito anche un processo, conclusosi dopo quattro anni con l’assoluzione.
Altstaedt e Say inizieranno con la Sonata per violoncello e pianoforte del 1915 di Claude Debussy, che nel frontespizio si firmò “musicista francese”: la sua musica era sempre stata impregnata di cultura francese – i poeti simbolisti, la pittura impressionista ma anche quella settecentesca di Watteau – ma questa volta volle sottolineare esplicitamente il suo nazionalismo in contrapposizione al nemico tedesco.
Segue la prima esecuzione a Roma della Sonata “Four cities”, composta nel 2012 dallo stesso Fazil Say, che si è ispirato a ricordi ed eventi della sua vita che lo legano a Sivas, Hopa, Ankara e Bodrum, quattro città della Turchia asiatica.
Poahadka (“Racconto”) di Leoš Janáček risale ai primi anni del Novecento ma col suo intenso lirismo riporta ad atmosfere tardo romantiche. Infine la Sonata op. 40 del 1934 di Dmítrij Šostakóvič, che qui, sotto la pressione del regime sovietico, rinunciò alle arditezze della musica delle avanguardie musicali europee di quegli anni e si rivolse ad un linguaggio più semplice ed espressivo, facilmente abbordabile da un pubblico più vasto.
Aula Magna dell'Università La Sapienza
Città Universitaria – Palazzo del Rettorato
Piazzale Aldo Moro 5, Roma
Ufficio Stampa dell'Istituzione Universitaria dei Concerti:
Mauro Mariani
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