Autobus affollati. Atac nun te pago… Un vecchio slogan tornato in voga oggi e che evidenzia il disagio generale per l’utenza del TPL di Roma Capitale.
ATAC è la più grande partecipata dei trasporti pubblici d’Italia e da sempre, oggi ancor di più, nell’occhio del ciclone che si abbatte inesorabilmente su Roma e che insieme agli altri problemi irrisolti rende invivibile questa città.
Ormai sono ridotte al lumicino le speranze degli utenti romani e dei turisti di poter usufruire di una mobilità efficiente e affidabile. Anzi siamo al limite dell’esaurimento nervoso, stressati da un sistema gestionale che non risolve le inadempienze e che rimane bloccato su principi obsoleti che nascondono magagne politico-strumentali, senza un vero e proprio programma di rilancio e di miglioramento delle infrastrutture esistenti e di una progettazione adeguata alla richiesta.
Sotto accusa in particolare il servizio (se così si può definire) di superficie (tram e bus) che arranca tra mille difficoltà e che crea innumerevoli disagi, soprattutto ai lavoratori romani, costretti a effettuare tragitti casa-lavoro-casa che hanno dell’incredibile, simili ai videogames più sofisticati con speranze minime di uscirne vincenti.
Perché raggiungere le destinazioni ha il sapore di una vittoria, di avercela comunque fatta. Corse soppresse, diminuzione sostanziale del numero di vetture circolanti, tempi di attesa snervanti, assenza di controllori, GPS a bordo disabilitati volontariamente per eludere la tracciabilità sulle App dedicate, condizioni igienico-sanitarie pessime, aria condizionata guasta o malfunzionante e sistemi di accesso per persone con limitata mobilità rotti o inesistenti.
Le linee metro lamentano problemi di altro genere, riguardanti più le stazioni che i treni, dove ascensori e scale mobili sono diventati optional di lusso, e il personale di stazione è latitante, assente o imboscato. Dove la sicurezza viene affidata a ditte esterne con personale che dichiara di avere le “mani legate” da normative che ne limitano sia la normale attività che le regole di ingaggio e di intervento.
Ma la criticità di questi giorni è caratterizzata dall’affollamento incontrollato. Il tanto decantato distanziamento sociale non viene ormai più rispettato a bordo ma viene poi obbligato nei posti di lavoro e nei locali commerciali. Un controsenso. Casi eclatanti lasciano sconvolti i viaggiatori tra promesse non mantenute e dichiarazioni false. Come quelle relative all’assenza di servizio dei mezzi filobus (45 Breda e 30 Trollino) che avrebbero dovuto garantire la mobilità veloce sui cosiddetti corridoi, Laurentina-Tor Pagnotta e su Via Nomentana. E che sono misteriosamente scomparsi. Oggi gli utenti del disservizio pubblico TPL come dovrebbero comportarsi? Da regolari o da irregolari? Questa è ATAC e questa è Roma.
Foto di Manlio Milana ed Elisa Gestri
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