Li tacceranno di populismo anche per questo? Speriamo di no. Ma temiamo di sì. Nonostante la solidità dei ragionamenti che stanno dietro la modifica che la Lega vorrebbe introdurre, portando a 150 chilometri all’ora la velocità massima in autostrada, il rischio è che non si risponda nel merito ma che scatti la consueta accusa di demagogia. O addirittura di inciviltà. Come se uscire dagli schemi odierni, tutti imperniati sull’equazione ‘minore velocità uguale a minori incidenti’, equivalesse di per sé a infischiarsene dei sinistri stradali, e delle relative vittime.
Ma andiamoli a esplorare, quei ragionamenti. Che Alessandro Morelli, presidente della Commissione Trasporti alla Camera, ha illustrato in un’intervista apparsa oggi sul Corriere della Sera. La chiave di volta, spiega il leghista, “è che gli strumenti di sicurezza stradale, attivi e passivi, hanno fatto tanti e tali passi avanti negli ultimi decenni per cui ha poco senso mantenere in vigore quei limiti oggi che i rischi sono connessi a comportamenti diversissimi”. L’innovazione, del resto, non sarebbe indiscriminata, ma riguarderebbe solo “le tratte autostradali di massima sicurezza, e cioè quelle coperte da tutor, con tre corsie per ciascun senso di marcia e asfalto drenante".
Salendo a 150 km/h, prosegue Morelli, le ricadute sarebbero positive, sia sul piano pratico che su quello psicologico: “Traffico più scorrevole, tempi di percorrenza più rapidi per tutti… e poi, vogliamo dirlo? La libertà di muoversi, fatta salva la sicurezza, in maniera meno legata”.
Puro buon senso. A chiunque abbia guidato in autostrada (a meno di essere un imbranato o un posapiano) sarà capitato di chiedersi perché mai dovesse andare a non più di 130 chilometri all’ora, pur disponendo di una vettura che permetteva ben altra andatura e quando le condizioni erano ottimali: strada sgombra, cielo sereno, visibilità perfetta.
Ancora più centrata, però, è quest’altra parte del discorso: “Il punto vero è che oggi il problema è diventato la distrazione alla guida. In nove casi su dieci significa l’utilizzo di cellulari. In realtà, ne ero già convinto: da motociclista ogni santo giorno mi tocca mandare a quel paese qualcuno che al volante fa stranezze pericolose con in mano il cellulare. C’è persino gente che guidando guarda i film sui tablet. Per questo stiamo studiando misure della massima incisività”.
Purtroppo, però, sembra che il MoVimento 5 Stelle non sia d’accordo. Per ragioni di opportunità politica, più che di contrarietà in linea di principio. “Loro – afferma Morelli – sostengono che una cosa del genere si presterebbe a grandi strumentalizzazioni. In pratica, dicono, ogni incidente ci verrebbe messo in conto, a dispetto delle buone ragioni del provvedimento”.
Un timore che in effetti fa il paio con quello che abbiamo espresso in apertura dell’articolo. Dalli al Governo, che dà via libera agli esagitati al volante.
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