Ballanti (PC): “I rifiuti di Roma incidono sul cambiamento climatico mondiale”
Sabato 15 gennaio il sit-in del PC sotto al Campidoglio per superare il sistema dannoso e obsoleto delle discariche
Il giorno successivo alla sua elezione a sindaco di Roma, Roberto Gualtieri ha dichiarato in toni trionfalistici che Roma sarebbe stata pulita entro Natale.
Che non è andata così è sotto gli occhi di tutti, e probabilmente una risoluzione di questo disastro urbano in tempi così brevi si presentava già surreale al suo annuncio. Ma c’è molto altro e di peggio.
L’intervista a Danilo Ballanti
Abbiamo intervistato Danilo Ballanti, Responsabile Regionale Ambiente per il Partito Comunista, si batte da anni per una gestione responsabile e sostenibile dei rifiuti nel Lazio:
“La gestione dei rifiuti a Roma è sostanzialmente bloccata dal sistema dei privati, in particolare dal sistema Cerroni.
Il fatto di non rilanciare la raccolta differenziata obbliga di fatto la città a essere dipendente dagli impianti di trattamento meccanico biologico di Malagrotta, in tal modo è costretta all’uso delle discariche, un sistema vecchio, insalubre e che causa gravissimi danni all’ambiente non solo a livello locale, ma globale.
Le discariche si trovano nella periferia (ad Albano, Guidonia, Colleferro, Civitavecchia, Viterbo), quindi la Capitale ha un effetto nefasto sui territori limitrofi, diffondendo degrado ambientale e una maggiore incidenza della mortalità per tumori in queste aree. Questo è quello che già sappiamo da anni. Ma quello che è emerso dalle nostre ultime analisi è allarmante e impressionante.
Le discariche di Roma, come molte altre in Italia, contribuiscono pesantemente al riscaldamento climatico. Continuare a portare i rifiuti nelle discariche significa contribuire con le emissioni gassose al cambiamento climatico. Non siamo davanti a un problema locale ma a una catastrofe ambientale mondiale”.
Il sistema rifiuti di Roma incide sul cambiamento climatico globale
Quindi l’obsoleto sistema di smaltimento dei rifiuti di Roma non è solo un grave problema per la città e i territori vicini, ma per tutta l’atmosfera e gli ecosistemi.
“Il problema principale è l’umido che non viene differenziato, basterebbe quindi già superare l’umido dal secco. Secondo la proiezione con il modello LANDGEM dell’EPA americana, che ho utilizzato e da cui sono emersi questi dati, Roma produrrà con i suoi rifiuti indifferenziati sepolti nelle discariche 100 mila tonnellate di emissioni gassose.
Quindi non fare la differenziata a Roma, dove è ferma al 40% (in alcune parti della città è funzionante e in altre no), significa contribuire in maniera rilevante al cambiamento climatico.
Il modello mostra che la discarica non è un problema solo i territori di Albano, Malagrotta, Guidonia, Colleferro, Viterbo, ma è un problema che condiziona il mondo intero. Roma deve al più presto liberarsi da questo sistema privato che la tiene in ostaggio. Non è più ammissibile che un potentissimo sistema privato influisca sul collasso ambientale, umano ed economico della città. Il sindaco Gualtieri ha già speso molti milioni di euro ma Roma è rimasta sporca. Spreco di denaro pubblico e una montagna di sostanze tossiche che avvelenano la periferia”.
Il modello LANDGEM
Come funziona il modello che ha utilizzato?
“Il modello LANDGEM è incredibilmente semplice quanto attendibile. L’EPA l’ha distribuito con un simulatore Excel nel quale inserendo i quantitativi di spazzatura portati in discarica, anno per anno, si ottiene una proiezione delle emissioni gassose con il relativo impatto sull’atmosfera per i successivi cento anni. Il modello calcola anche la diffusione sul territorio intorno alle discariche di altre 46 sostanze pericolose, di cui la metà cancerogene”.
Il sit-in del 15 gennaio al Campidoglio
E pensare che i rifiuti sono potenziali risorse, non è materia inerte, se trasformati e riconvertiti in modo corretto possono costruire costituire fonti di energia.
“I rifiuti sono risorse se vengono differenziati in partenza. L’importante è che la parte umida venga separata da quella secca. Per arrivare all’80-90% occorre separare umido e secco. La soluzione è rilanciare la differenziata ed è questa l’istanza urgente che portiamo in occasione della manifestazione organizzata dal Partito Comunista che si svolgerà sabato 15 gennaio alle ore 14,30 sotto al Campidoglio.
Occorre portare subito la raccolta differenziata ai livelli minimi del 65% stabiliti dalla legge italiana ed europea per arrivare a fine anno all’80% di differenziata, adottare le pratiche dell’economia circolare, sviluppare le filiere del riciclo che garantiscono sostenibilità e nuova occupazione. E così arrivare con la differenziata a chiudere i vecchi impianti di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) e le discariche dei potenti privati.
Dobbiamo liberarci da questo monopolio privato che fa il bello e il cattivo tempo su Roma, il Lazio e a quanto risulta da queste analisi anche a livello mondiale”