“Le misure che la Regione Lazio si appresta a varare, ancor più restrittive rispetto all’ultimo DPCM del 18 ottobre, testimoniano solo la grande confusione di chi invece, in questo momento, dovrebbe dimostrare di avere le idee chiare per affrontare l’emergenza Covid”.
Così, in una nota, la sindaca di Ciampino, Daniela Ballico, a margine della riunione tra i Sindaci e i vertici della Regione Lazio in merito all’Ordinanza regionale che sarà diramata nelle prossime ore sul contenimento dell’emergenza Covid.
“Dopo averci fatto impazzire per l’acquisto dei famosi banchi con le rotelle e per modificare e riprogettare gli spazi in modo da garantire il distanziamento sociale di 1 metro, adesso – continua Ballico – ci viene detto che il 50% degli studenti di licei e il 75% di quelli delle università dovrà nuovamente tornare alla didattica a distanza.
A farne le spese saranno proprio gli studenti, che rischiano un gravissimo vulnus di apprendimento ed emotivo nel loro percorso di formazione.
Non bisogna dimenticare che i nostri ragazzi hanno già perso metà anno scolastico durante il primo lockdown, e rischiano seriamente di perderne un altro mezzo, se non addirittura uno intero, e questo sarebbe un danno gravissimo che dobbiamo scongiurare a tutti i costi”.
Prosegue Ballico: “Per quanto riguarda la didattica a distanza, purtroppo, al di fuori dei grandi centri urbani, la situazione diventa assolutamente critica e spesso la DAD si riduce ad un mero stare a casa a fare degli esercizi su base volontaria.
Questo perché, nonostante il grande sforzo prodotto dagli insegnanti e dal personale scolastico, i mezzi tecnici sono assolutamente insufficienti e nulla è stato fatto per potenziarli adeguatamente. Un’altra grande occasione persa per tramutare in un’opportunità questa crisi sanitaria.
La Regione, invece di mettere insieme una serie di provvedimenti che denotano la totale mancanza di una visione d’insieme dovrebbe provvedere a rinforzare il sistema di trasporto pubblico, con particolare attenzione per quello scolastico e l’intero sistema di tamponi e test rapidi.
La Regione dovrebbe occuparsi di potenziare le ASL che attualmente funzionano in modo disomogeneo, con alcune che riescono a garantire uno standard qualitativo accettabile e altre che invece sono in sofferenza, abbandonate a loro stesse.
Continua la sindaca: “Una situazione di assoluta disorganizzazione nella quale non si riesce a conciliare e integrare l’utilizzo dei test privati che devono essere sempre confermati dal tampone della ASL rendendo il tutto molto più complesso e lento.
In quest’ottica sarebbe una buona prassi incentivare i kit rapidi basati sul micro prelievo di sangue. Essi potrebbero aiutare le amministrazioni, i centri sportivi, le società e le aziende che rendendoli obbligatori una volta al mese avrebbero un’ulteriore misura di prevenzione e controllo a costi contenuti.
A fare le spese di questa confusione, oltre alla imprese e al tessuto produttivo, sono proprio i Comuni – conclude Ballico – lasciati sempre più soli da Governo e Regioni che invece, durante un’emergenza di tale portata, dovrebbero tutelarli”. (Com/Sim/ Dire)
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