“La cosa più importante è ripulire la città, per cui, una task force che si metta all’opera perché Roma non può più vivere in questo degrado”, questa la prima cosa che farebbe Enrico Michetti non appena nominato ufficialmente sindaco della capitale. Lo ha dichiarato all’AdnKronos.
“Noi rappresentiamo il cambiamento, loro sono al governo della Regione, garantiranno quello che si è fatto finora. Noi rappresentiamo una novità, io sono un civico, abbiamo una squadra, che abbiamo esplicitato in modo trasparente. Sono libero, non rispondo al palazzo, non rispondo a Bruxelles, rispondo solo ai cittadini. Ho le mani pulite e conosco da trent’anni la macchina amministrativa, senza la quale non si governa”.
Lo ha detto il candidato sindaco del centrodestra a Roma, Enrico Michetti, durante il confronto tv su Sky Tg 24 con il candidato sindaco del centrosinistra Roberto Gualtieri. “Nella mia squadra ci sono già Simonetta Matone, Vittorio Sgarbi, Guido Bertolaso – ha aggiunto Michetti -. In quella di Gualtieri, ad oggi, non c’è nessuno. Perché non sono presentabili? Perché sono frutto di giochi di palazzo, della logica spartitoria?”, ha concluso.
Sui diritti civili “Roma ha sempre garantito tutto a tutti, Roma è una città inclusiva che ha accolto sempre tutti, una città ecumenica, è il centro della cristianità. Purtroppo ci sono barriere architettoniche, è una città trattata male che avrebbe bisogno di rifarsi il trucco e diventare più accessibile”. Lo ha detto il candidato sindaco del centrodestra a Roma, Enrico Michetti, durante il confronto tv su Sky Tg 24 con il candidato sindaco del centrosinistra Roberto Gualtieri. Interpellato sulla presenza delle donne nella squadra, Michetti ha risposto che “la squadra è fondamentale: già con Simonetta Matone siamo nati con un ticket. Sul numero di uomini e donne c’è lo statuto di Roma che lo indica e a quello si fa riferimento. Abbiamo già una squadra di persone eccellenti e di qualità, come Sgarbi per la cultura e Bertolaso per il Giubileo”, ha concluso Michetti.
“Le ciclabili vanno fatte dove si possono fare, ma dove rappresentano un pericolo o un intralcio vanno rimosse, come in via Gregorio VII, Tuscolana o Pineta Sacchetti. Sono il segno di una città moderna e quindi dove si possono fare vanno fatte. Come i monopattini, ma serve una regolamentazione”.
“Nel Pnrr non è stato introdotto un finanziamento diretto su questo” la mobilità e i trasporti “probabilmente non si pensava a Roma a quel tempo”. Così il candidato a sindaco di Roma per il centrodestra, Enrico Michetti, nel corso del confronto con il rivale del centrosinistra, Roberto Gualtieri, su Sky Tg24. Il riferimento temporale di Michetti è a quando Gualtieri era titolare del Mef e nel corso del governo Conte 2 ha lavorato al Pnrr. “Il Pnrr può finanziare opere che si concludono entro il 2026, ma non essendoci progetti non c’erano altre opere di metropolitane che si potevano chiudere per tempo”, ha replicato Gualtieri.
“Il debito di Roma nel 2008 dopo le gestioni di sinistra era di oltre 10 miliardi, Roma era una città fallita a causa dell’ingegneria finanziaria dei derivati e perché si è speso molto più di quanto era possibile”. Lo ha detto il candidato sindaco del centrodestra a Roma, Enrico Michetti, durante il confronto tv su Sky Tg 24 con il candidato sindaco del centrosinistra Roberto Gualtieri. Per abbattere il debito della Capitale “bisogna puntare al partenariato pubblico-privato per attrarre risorse che non vengano dalle casse dello Stato”, ha concluso Michetti.
“La città è buia, molto spesso rimane abbandonata, molto spesso c’è la tolleranza del sopruso, molto spesso c’è la tolleranza delle occupazioni abusive. Addirittura Gualtieri” ha fatto un evento della sua campagna elettorale “all’interno di un immobile abusivo”.
Tra i celebri personaggi romani proposti, durante il confronto di Sky Tg 24, ipoteticamente come possibili esponenti di una giunta, il candidato sindaco del centrodestra a Roma, Enrico Michetti ha detto che porterebbe “in Giunta Giulio Andreotti, in qualsiasi incarico assessorile, sarebbe un ottimo assessore: è stato sette volte presidente del Consiglio e non so quante volte ministro, ad avercelo. L’ideale sarebbe averlo al Programma. Ottaviano Augusto mi stuzzica molto ma forse sceglierei la Sora Lella, a cui darei la delega all’Agroalimentare nell’ottica del marchio di Roma”,
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