Il piccolo Leonardo Sonno sarebbe morto per soffocamento acetonico. Lo ha rivelato a "La Repubblica" il padre del bambino scomparso nella notte fra venerdì e sabato nella sua casa di Pescia Romana, dopo che i medici dell'ospedale di Tarquinia, dove era stato portato dai genitori a causa della febbre alta, lo avevano rimandato a casa. In base a quanto riferito da Filippo Sonno al quotidiano di Piazza Indipendenza, il medico del 118 giunto nell'abitazione situata nel comune di Montalto di Castro, che ha constatato il decesso del piccolo, ha scritto nel referto che la morte è avvenuta per acetone.
Come in molti sanno, l'acetone non è una malattia di per sè grave, tuttavia si è scoperto che Leonardo soffriva di una grave forma di necrosi intestinale, che lo aveva costretto al ricovero presso il reparto di pediatria dell'ospedale di Siena per un anno e mezzo, durante il quale ha subito sei operazioni. A questo punto occorrerà stabilire se i due medici dell'ospedale di Tarquinia abbiano agito tenendo conto di un quadro clinico così complesso. Lo stabiliranno le indagini affidate al pubblico ministero di Civitavecchia Bianca Maria Cotronei, che ha iscritto i sanitari nel registro degli indagati per omicidio colposo. I due avevano rimandato Leonardo a casa, prescrivendogli un antibiotico e un antipiretico qualora la febbre fosse rimasta alta.
Nel frattempo, oggi si svolgerà l'autopsia sul corpo del bimbo presso l' istituto di medicina legale della Sapienza. Nel caso in cui venga confermata la diagnosi del medico del 118 a Montalto di Castro si potrà sospendere l'allarme meningite disposto dal Comune in accordo con le autorità sanitarie, che ha portato alla chiusura delle scuole per 3 giorni.
Nella giornata di ieri, intanto all'ospedale di Tarquinia sono giunti gli ispettori del ministero della Salute, inviati dal ministro Beatrice Lorenzin per far luce sull'accaduto. Il commissario straordinario Asl Luigi Macchitella, che non era presente sul posto ma è stato informato dal personale del nosocomio di Tarquinia, ha spiegato che gli ispettori "hanno fatto domande su alcuni aspetti prettamente organizzativi dell’ospedale per avere un quadro completo. Niente di particolare, insomma. E non mi sembra siano emersi problemi che rendano necessario un loro ritorno in ospedale, ma questo potranno deciderlo soltanto loro. Ho spedito in Regione la relazione che ci era stata chiesta, con tutto quello che è si può sapere al momento. L’indagine interna, per ora, altro non è che una raccolta di dati e materiali. Una ricostruzione dei fatti, a cominciare dalle relazioni consegnate dai due medici indagati”
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