Bayer Leverkusen-Roma vede i giallorossi tornare all’atto finale della seconda competizione europea per club 32 anni dopo l’ultima volta. Lo fa dopo una partita di sofferenza a Leverkusen ma condotta sempre con lucidità, anche nei momenti di massima pressione. I dati dicono possesso palla 71%-29%, 23 tiri contro 1, ma la realtà è 0-0.
Mourinho per Bayer Leverkusen-Roma ripropone lo stesso 11 titolare che ha vinto di misura la partita d’andata. Confermato il trio difensivo con Cristante adattato al centro, centrocampo a 5 con il recuperato Celik a destra, Spinazzola a sinistra, al centro Bove e Matic con Pellegrini potenzialmente più avanzato, confermate le due punte pure, Belotti e Abraham. Recuperati ma in panchina El Shaarawy, Smalling e Dybala. Xabi Alonso invece effettua tre cambi. Hincapie abbassato in difesa per l’infortunato Kossounou (sulla sinistra entra Bakker), il mancino Demirbay per Andrich e soprattutto la punta centrale, non più Hlokez ma Azmoun.
Il primo tiro della partita è della Roma dopo 96 secondi: Pellegrini dal limite, a lato di mezzo metro. I giallorossi non sono inizialmente chiusi ma rischiano qualcosa nell’uscita dalla propria metà campo palla al piede. Da queste circostanze nascondo i pericoli maggiori. All’ottavo Demirbay comincia il suo personale bombardamento verso la porta di Rui Patricio: il tiro è troppo centrale così come quello sempre da fuori di Diaby. Da gioco rotto arriva l’occasione principale delle aspirine poco dopo. Lanciato sulla corsa Diaby, da posizione defilata tira forte stampando il pallone sulla traversa.
Ci prova ancora Demirbay col mancino, Rui Patricio allunga in angolo, poco dopo è ancora centrale ma col passare dei minuti il lavoro difficile dei due centravanti consente al Bayer di recuperare subito palla, spingendo la Roma a rintanarsi nella sua trequarti. Al 34′ Mourinho deve ricorrere al primo cambio, con Spinazzola accusa problemi muscolari, al suo posto deve entrare Zalewski. Un altro tiro centrale dal limite, stavolta di Azmoun, chiude un primo tempo tendente alla sofferenza.
La partita riprende con Wijnaldum al posto di Belotti, con Pellegrini più avanzato vicino ad Abraham. Continua il possesso palla dei tedeschi che creano pericoli dall’out di destra: da lì arriva il cross al 66’ che Azmoun spizza troppo centrale. Ci prova ancora Demirbay dai trenta metri, Rui Patricio ancora in angolo ma è un assedio: la Roma non riesce a uscire dalla propria metà campo.
Nell’ultimo quarto d’ora aumenta la pressione tedesca anche con i cambi, dentro l’attaccante Adli per il laterale Bakker appena ammonito, poi Hlozek per Palacios, ammonito anche lui che ha rischiato il rosso per un intervento violentissimo su Matic. Anche Celik non ce la fa più ed entra Smalling: Cristante torna a centrocampo con Bove spostato sulla destra. Dopo tanti tentativi da fuori, di cui nessuno davvero velenoso, la palla gol più pesante arriva al minuto 80, ancora con Azmoun protagonista.
L’iraniano si avventa a centro area su un tiro rimpallato, palla che sfiora il palo sulla destra del portiere giallorosso. È l’ultimo vero brivido negli ultimi minuti in cui, soprattutto negli 8 di recupero, la Roma sembra mettere anche la testa fuori dal guscio. Al triplice fischio la liberazione giallorossa dopo 101 minuti di sofferenza, applicazione e difesa. Dopo la finale di Tirana di Conference League, è il secondo anno finale consecutivo per la Roma. Dopo 32 anni dall’ultima volta nella seconda competizione europea. Alla Puskas Arena di Budapest, il 31 maggio, affronterà il Siviglia, che ha avuto ragione della Juventus ai supplementari.
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