Benzinai in stato di agitazione, il 17 luglio sciopero generale
I benzinai di Roma e del Lazio sono sul piede di guerra
Sciopero generale dei benzinai previsto per il 17 luglio in vista dell'obbligo di trasmissione telematica all'Agenzia delle Entrate degli scontrini. Si tratta, dice una nota, "di un ingiustificato avvio anticipato. Il decreto Crescita non accoglie le richieste di rinvio all'1 gennaio 2020 e impone da subito la memorizzazione dei corrispettivi, nonché la trasmissione degli stessi del mese luglio, entro il mese di agosto.
Il tutto mentre i costruttori dei registratori di cassa telematici non consegnano le macchine". I benzinai di Roma e del Lazio annunciano quindi una riunione urgente della Presidenza "per valutare le azioni da compiere a sostegno dell'iniziativa, senza escludere l'ipotesi di affiggere dei cartelli sulle stazioni di servizio".
"La grande totalità dei nostri operatori carburanti sarà costretta ad attuare una norma che non considera che il fatturato dei gestori carburanti è 'viziato e determinato' – caso unico – dal peso preponderante delle accise", spiega Giuseppe Sperduto, presidente della Faib Confesercenti di Roma e vice presidente nazionale.
"In altre parole, anche un punto vendita marginale, con un venduto di 400 mila litri l'anno, che sviluppa un volume d'affari di circa 600 mila euro, per una norma assurda, con solo l'1% di fatturato derivante dalla vendita dei piccoli prodotti per l'auto, ovvero 6 mila euro l'anno – 500 euro al mese lordi – si trova ad essere equiparato ad attività che fatturano più di 400 mila euro.
Si consideri- prosegue il presidente Faib- che sui carburanti il benzinaio, pur generando un alto fatturato, ha un margine lordo di guadagno di circa il 2%".
"Come se non bastasse- continua Sperduto- con questo margine davvero ridotto, il gestore si è dovuto far carico della fattura elettronica e adesso di questo nuovo onere, che si abbatte sui benzinai per oltre 10 milioni di euro".
Dalla Faib – la Federazione dei benzinai della Confesercenti – fanno sapere di aver chiesto al Governo che "chiarisca, una volta per tutte, che il volume d'affari dei gestori carburanti sia sempre inteso al netto del costo di fornitura, così come già il Legislatore ha previsto, per il comparto, ai fini dell'accesso del regime di contabilità semplificata riconoscendone di fatto tale particolare specificità; equipari, dunque, il fatturato derivante dall'acquisto e vendita dei prodotti non oil al pari delle altre attività; stralci definitivamente, nelle prossime settimane e con apposito Atto, i carburanti – prodotti già completamente tracciati – dall'obbligo di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi".
"Al Governo- fanno sapere inoltre dalla Faib- abbiamo anche segnalato che il nuovo obbligo si somma con la chiusura della fase transitoria dell'introduzione della fattura elettronica con il rischio elevato di sanzioni pesanti per gli errori formali in un montante di circa 22 milioni di fatture già emesse e al provvedimento in itinere dell'introduzione del 'Das elettronico' oltre all'applicazione da quest'anno dei nuovi indici di affidabilità fiscale. Un carico di novità normative mentre il settore affoga in una crisi ufficializzata dai tavoli di crisi aperti al Mise". (Red/ Dire)