Opinioni

Beppe Grillo ci riprova: “Togliamo il voto agli anziani e diamolo ai 16enni”

Il delirio del settantacinquenne Beppe Grillo continua, tra rantoli di inumana violenza verbale e gestuale, cercando la spettacolarizzazione provocatoria. Tratta con l’accetta temi importanti che andrebbero invece affrontati con estrema lucidità e onestà intellettuale. Il suo incalzare sulla incapacità degli anziani e sulla loro inabilità, offende gratuitamente la parte più importante delle nostre società, in occidente come in oriente. Il suo consiglio sarebbe quello di privare gli anziani di ogni sorta di potere e di uno dei diritti più importanti, quello del voto.

“Spediamo gli anziani su un’isola lontana a fumare sigari”

Voto esteso ai sedicenni e tolto agli anziani, che, secondo il Grillo delirante, dovrebbero essere dirottati su un’isola lontana. Quindi dimenticando, con una strategia dialettica che le persone avanti con gli anni sono pilastri, non ferri vecchi da abbandonare in discariche prefabbricate. La società in cui viviamo, basata sulla velocità e sulla immediatezza, a discapito dei principi fondamentali di libertà e democrazia, tende già a relegare nell’ombra la figura dell’anziano, insieme alla sua esperienza maturata nel corso di una vita. Diventare anziano invece vuol dire raggiungere un traguardo e avere accumulato esperienza, saggezza e conoscenza. Gli anziani in tutto il mondo hanno tanto da insegnare ai giovani.

La storia ce lo insegna, come pure i miti e le leggende: il terribile Achille mostra un grande rispetto verso il vecchio re Priamo, anche se è un suo nemico. Achille lo tratta con riguardo, a testimonianza di quanto gli anziani fossero tenuti in considerazione nell’antichità e lo sono tutt’ora …basta saperli ascoltare. Nella cultura dei nativi americani era il consiglio degli anziani che si riuniva e i giovani assistevano con rispettosa riverenza. Poi si decideva, consapevoli che i giovani, allora come oggi, sono senza dubbio più veloci a fare tutto, ma gli anziani conoscono la via giusta.

Ecco dove si perde la coscienza di un politico che ha fallito, come ha ammesso lo stesso Grillo, e dove invece si fa strada la possibilità di una più illuminante coesione tra generazioni che possono e debbono interagire, per il benessere di tutti e non per l’ambizione sfrenata di una singola persona.

Manlio Milana

Nato a Roma nel quartiere popolare di Centocelle il 5 luglio 1956, diplomato perito industriale, ex allenatore di base diploma UEFA B settore tecnico FIGC, ex libraio, scrive dei fatti in cui si imbatte ogni giorno.

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