Berdini: Sì variante Museo Scienza, ma può…
Via Guido Reni sarà migliorata con ampissimi marciapiedi e una carreggiata ridotta dove forse un tempo potrebbe arrivare un tram
Il Progetto urbano Flaminio, destinato a trasformare l'area delle ex caserme in un nuovo quartiere residenziale disegnato dallo studio Viganò con al suo interno il cosiddetto Museo della scienza, va avanti. Entro l'anno si chiuderà la conferenza dei servizi, poi seguirà "in tempi brevi" la variante urbanistica. Ma non è detto che nella parte pubblica del progetto nasca proprio un Museo della scienza come stabilito durante l'amministrazione Marino. La sua destinazione finale, in altre parole, potrebbe cambiare.
A fare il punto della situazione, questo pomeriggio in un incontro pubblico al MAXXI, è stato l'assessore all'Urbanistica di Roma Capitale, Paolo Berdini. "Il percorso di attuazione procede- ha spiegato Berdini- dopo aver chiuso la prima fase progettuale vedremo quale sarà la migliore indicazione per la parte pubblica" che riguarda 10.000 metri quadrati sui 43.000 complessivi. "Entro fine anno verrà chiusa la conferenza dei servizi.
Poi servirà una variante urbanistica nel più breve tempo possibile. Così inizieremo a vedere la fine di questo progetto. A quel punto vogliamo capire bene cosa fare dell'area pubblica, destinata in passato a museo della Scienza, che è fondamentale".
"Vediamo insieme cosa farne – ha aggiunto Berdini – vogliamo un grande intervento pubblico che sarebbe il primo esempio a Roma di sostituzione edilizia. Faremo quindi un percorso insieme: questa amministrazione fa della partecipazione un tratto distintivo".
"Questo è il progetto più bello tra tutti quelli del patrimonio di Cdp – ha aggiunto Giovanni D'Onofrio, funzionario di Cassa Depositi e Prestiti – l'investimento è importante e permetterà di generare le risorse necessarie al Comune per sostenere le urbanizzazioni di spazi pubblici di decoro nel quartiere e quella che, secondo la precedente amministrazione, era denominata la Città della Scienza.
La qualità urbana è il tratto distintivo di questo progetto. Oggi, però, l'area è ancora destinata a servizi. C'è un rischio altissimo perchè si deve ancora concludere il percorso amministrativo che permetta di completarne la trasformazione.
L'approvazione del piano di recupero deve avvenire entro agosto 2017 o tutto si fermerà, l'area resterà a servizi e dovremmo ricominciare tutto da capo".
In effetti i passi da compiere prima dell'avvio dei cantieri sono molti. Oltre alla conferenza dei servizi che si sta per chiudere è necessario concludere l'istruttoria del piano di recupero. Poi lo stesso piano di recupero dovrà andare in variante e potrà seguire un possibile accordo di programma. A quel punto il piano dovrà essere approvato definitivamente.
Solo a quel punto il Progetto urbano Flaminio potrà vedere la luce. Sui 45.000 metri quadrati dell'intera operazione sorgeranno edifici residenziali bassi, con un basamento commerciale. In mezzo ci saranno strade pedonali alberate e isole ambientali. Via Guido Reni sarà migliorata con ampissimi marciapiedi e una carreggiata ridotta dove forse un tempo potrebbe arrivare un tram. Sorgerà poi un hotel e resteranno due padiglioni ristrutturati di 2.000 metri quadrati per servizi pubblici.
Infine ci sono i 10.000 metri quadrati inizialmente destinati al museo della Scienza e sul cui destino ora sta ragionando l'amministrazione. Su questo si vedrà. "Le posizioni non sono distanti – ha concluso Berdini – sarà un museo della Scienza? O, ad esempio, la città dei bambini? Parliamone". A fargli eco anche il presidente del II Municipio, Francesca Del Bello.
"Abbiamo ragionato, con Berdini, su come portare avanti questo progetto facendo salvo il processo di partecipazione. Capiamo insieme cosa fare nella parte pubblica".