Bestemmia: quando l’espressione ingiuriosa è concessa dalla legge Italia
L’oltraggio alla Madonna e ai Santi non è sanzionabile. Mentre è punita con multa l’imprecazione a Dio
Ha fatto il giro del web il video dove si intravede Carlo Ancelotti, tecnico del Napoli, bestemmiare durante la gara contro la Sampdoria. Nessuna sanzione civile o sportiva per il tecnico, sì perché il regolamento calcistico, così come la giurisdizione statale, vieta la bestemmia ma solo se rivolta contro la “Divinità”. A ben vedere la Federazione gioco calcio prevede la squalifica se si bestemmia in campo contro Dio e Allah, ritenendo lecito scaricare i propri nervi contro la Madonna e perché no contro ogni Santo. E poco importa se ci si lascia leggere il labiale da alcuni migliaia di spettatori.
Fino al ’99 la bestemmia in Italia era prevista come reato, dopodiché è stata depenalizzata e viene considerata solo un illecito amministrativo. Inoltre, l’oltraggio verso la Madonna e i santi non è sanzionabile, in quanto si tratterebbe di meri “oggetti” di culto.
La mancanza del divieto ha reso “normale” formulare certe imprecazioni, non ci si meraviglia se il tizio al supermercato impreca mentre cerca di decifrare la lista della spesa, oppure se il vicino di ombrellone decide di prendersela con la Santissima Immacolata perché gli è andata della sabbia sul telo da mare. La bestemmia non è più materia penale, per cui si può rischiare al massimo di incappare in una multa da pochi centinaia di euro, nella rara ipotesi in cui un ausiliare del traffico possa udire l’imprecazione rivolta a Dio (e sempre ammesso che l’ausiliare in questione sia dotato di una certa levatura morale). D’altronde non siamo fatti di ferro e per gestire talune crisi di nervi diventa lecito persino dimenticare educazione, buon senso e rispetto del culto altrui.
Foto catturata da video imprecazione