Prosegue sui social la nuova protesta delle influencer russe contro Chanel. Con lo scoppio della guerra la casa di moda francese ha deciso di interrompere la vendita dei suoi prodotti verso i clienti russi all’estero. Ma anche verso coloro che intendono portare i loro prodotti poi nel loro Paese.
Inizialmente Chanel ha chiuso le sue boutique in Russia in risposta all’invasione dell’Ucraina. Successivamente le star locali del web hanno deciso di protestare dando un messaggio forte a sua volta. Infatti, i video pubblicati sul web, immortalano gli influencer con forbici e coltelli che tagliano borse da migliaia di euro accusando il marchio di russofobia. Inoltre, le protagoniste invitano le colleghe a fare il medesimo gesto e ad aderire alla protesta.
La prima ad agire in questo modo è stata l’attrice Maryna Yermoshkina che sul suo social ha affermato che l’azienda “umilia i suoi compatrioti e discrimina le persone in base alla nazionalità. Non un singolo articolo o marchio vale il mio amore per la mia Patria e il rispetto di me stessa. Sono contro la russofobia e sono contro i marchi che sostengono la russofobia. Se possedere Chanel significa vendere la mia Patria, allora non ho bisogno di Chanel“.
Tra le altre influecer che hanno colto l’appello di Yermoshkina c’è stata Katya Guseva e la modella Victoria Bonya. Quest’ultima ha affermato: “Se Chanel non rispetta i suoi clienti, perché dobbiamo rispettare noi Chanel? Ciao ciao“.
La scelta di Chanel non è una novità. Infatti, altri big dell’industria mondiale del lusso hanno deciso di chiudere i loro negozi in Russia. Come ad esempio Lvmh, il marchio più importante con ben 76 maison e 64,2 miliardi di euro nel 2021, che venerdì 4 marzo ha sbarrato i suoi negozi con i cancelli in ben 124 boutique.
Anche Kering, al quale fanno capo anche Gucci, Balenciaga e Bottega Veneta, hanno preso questa decisione venerdì sera. Mentre sabato 5 marzo Prada nel suo profilo LinkedIn ha comunicato che “da oggi il Gruppo Prada sospende le attività retail in Russia. La nostra preoccupazione principale è per tutti i colleghi e le loro famiglie colpiti dalla tragedia in Ucraina ai quali continueremo a garantire supporto. Il Gruppo continuerà a monitorare gli sviluppi“.
Stessa strategia è stata usata da Hermès, la prima azienda che ha intrapreso questa strada e che a Mosca ha tre boutique, e da Richemont, un gruppo svizzero a cui fanno capo Cartier, Montblanc e Buccellati.
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