Silvia Blasi, consigliera regionale (M5S) in una nota ha dichiarato: “Il monitoraggio delle popolazioni di cinghiali nella nostra regione, con l’obiettivo di valutare quali possano essere gli eventuali impatti a carico delle coltivazioni agricole e, allo stesso tempo contenere in modo equilibrato il proliferare della specie per evitare squilibri faunistici, è uno strumento indispensabile, ancor più alla luce dei numerosi episodi che hanno visto la presenza di questi animali in ambito urbano”.
“Per tale motivo ho presentato un’interrogazione per capire se i singoli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia) abbiano consegnato il piano di gestione del cinghiale per la stagione 2019/2020, quali siano i risultati e se sia agli atti della Regione Lazio un censimento relativo alla presenza di questi animali sul territorio. La caccia di selezione dei cinghiali è autorizzata anno per anno per contenerne il numero e può essere autorizzata, solo previa predisposizione da parte degli ATC di appositi piani di abbattimento selettivi ponderati sulla base di specifici censimenti. Questi piani devono poi essere inviati all’Area Decentrata Agricoltura competente per territorio che a sua volta li invia all’ISPRA e poi alla Direzione Regionale Agricoltura Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, Caccia e pesca che rilascia l’autorizzazione”.
“Ai fini della redazione del piano di prelievo in ciascun distretto è indispensabile effettuare il monitoraggio e censimento della popolazione di cinghiale in maniera coerente con quanto previsto dalle Linee guida dell’ISPRA per la gestione degli ungulati. Al momento non sappiamo quali siano le conclusioni contenute in tali piani, ritengo quindi importante capire quali siano le azioni poste in essere da ciascun ATC per contenere la popolazione considerando gli strumenti messi attualmente a disposizione dalla Regione Lazio”.
“I cinghiali sono una popolazione selvatica in grande espansione che spesso provoca danni alle produzioni agricole, zootecniche oltre a essere potenzialmente pericolosa per la pubblica incolumità, è giusto applicare metodi di contenimento per la prevenzione dei rischi a persone o cose, che siano però compatibili con le caratteristiche ambientali, la gestione armoniosa della fauna e la tutela del suolo”.
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