Bonifica inceneritori Colleferro, diffida del Comitato Residenti
La decisione di intervenire è motivata dal fatto che non sono stati assunti provvedimenti richiesti dalla legge
Il Comitato Residenti Colleferro (CRC)il 29 settembre 2018 ha inoltrato allaCittà Metropolitana di Roma Capitale, alla Regione Lazio, alMinistero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ed al Comune di Colleferro, una formale diffida ad adempiere in merito alla bonifica del sitodi colle Sughero, dove si trovano gli inceneritori di proprietà di Lazio Ambiente spa.
La decisione di intervenire è motivata dal fatto che ad oltre tre anni dall’accertamento della contaminazione delle acque di falda da parte di ARPA LAZIO non sono stati assunti dagli Entii provvedimenti richiesti dalla legge per l’individuazione del responsabile della contaminazione; è quindi necessario sollecitarne l’adozione.
Ripercorriamo le fasi più significative mettendo in evidenza i fatti.
Il 30 Settembre 2015, a seguito di alcuni campionamenti eseguiti nel sito di colle Sughero, a Colleferro Scalo, già sottoposto a monitoraggio dall’ente commissariale per la bonifica della valle del Sacco, ARPA LAZIO rilevava il superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) per il cromo esavalente nelle acque sotterranee afferenti gli inceneritori.
Lazio Ambiente spa ha dovuto predisporre un Piano di Caratterizzazione (PdC) del sito potenzialmente contaminato e attuare le prime misure di Messa in Sicurezza d’Emergenza (MISE), Piano e Misure che vengono assentite nella Conferenza di Servizi del 25 Maggio 2016 presso il Comune di Colleferro.
Successivamente il Ministero dell’Ambiente (MATTM) inserisce colle Sughero nella nuova perimetrazione del sito di interesse nazionale (SIN) Bacino del fiume Sacco e il procedimento di bonifica diventa di sua esclusiva competenza. Siamo al 22 novembre 2016.
Il 23 Gennaio 2018 si è svolto al MATTM un Tavolo tecnico sul procedimento suddetto, al quale abbiamo partecipato, e dove il Ministero ha richiesto al gestore degli inceneritori la trasmissione formale del PdC, degli esiti delle stesso e di tutti gli atti relativi al procedimento di bonifica e messa in sicurezza. In proposito è risultato che ilPdC e le MISE erano stati resisenza l’emanazione del necessario ed indispensabile atto amministrativo di approvazione (determinazione e/o deliberazione da parte del Comune di Colleferro)che, se adottato, avrebbe consentito l’immediato avvio delle procedure di bonifica.Il MATTM ha richiesto a Lazio Ambiente spa di trasmettere tutti gli atti al fine di regolarizzare l’attività amministrativa, ma fino al 5 luglio 2018 la società non aveva ancora adempiuto.
Inoltre, ad oggi il procedimento per l’individuazione del responsabile della contaminazione– come previsto dall’art. 244 del Testo Unico Ambiente e di esclusiva competenza Città Metropolitana di Roma Capitale-non risulta avviato.
Il procedimento è obbligatorio vista la natura pubblica della società Lazio Ambiente, interamente partecipata al 100% dalle quote dalla Regione Lazio e del sito contaminato, di proprietà della medesima società. Infatti, l’uso di risorse per provvedere alle bonifiche di aree pubbliche deve rispettare il principiodel “chi inquina paga”. Pertanto, senza la definizione el’individuazione del responsabile della contaminazione, il ricorso a fondi statali non è consentito e risulterebbe illegittimo: trattandosi di spese da pagare con soldi della collettività, deve poi potersi agire nei confronti del responsabile del danno ambientale per vedere risarcite le casse pubbliche.
Nel frattempo, è in corso il procedimento per la vendita delle quote della società Lazio Ambiente spa da parte dell’Amministrazione regionale che con DGR n. 459 del 2.08.2018 ha disposto:“la direzione regionale governo societario procederà entro il 31.12.2018 alla predisposizione di una nuova procedura di dismissione di Lazio Ambiente spa”.
Infine, è pendente presso la Regione Lazio il procedimento di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per l’esercizio all’attività degli inceneritori,che insistono nel sito contaminato, la cui scadenza è fissata all’8 maggio 2019.
Abbiamo quindi diffidato gli Enti a provvedere entro trenta giorni all’individuazione del responsabile della contaminazione di colle Sughero e all’emanazione del relativo provvedimento. Diversamente, attiveremo le opportune tutele in sede giudiziaria, come è avvenuto per la diffida relativa alla discarica di colle Fagiolara, a cui è seguito il nostro ricorso al TAR LAZIO.
L’uso del sito e l’esercizio dell’attività degli inceneritori non possono riprendere ed essere consentiti se interferisconocon gli interventi di bonifica, e quindi il revamping degli impianti è assolutamente incompatibile con le operazioni di ripristino e bonifica ambientale, come abbiamo sempre sostenuto.
Così come gli oneri della bonifica non possono restare a carico della collettività se non vi è certezza di rivalsa nei confronti del responsabile della contaminazione, che doveva già essere stato individuato da tempo, per evitare elusioni o prescrizioni, come è accaduto per il processo penale del 2009.
Su questi punti, ribadiamo, l’inadempienza degli enti citati è evidente e gravissima.
Firmato: Ina Camilli
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