Bonus edilizi. Roma capitale delle truffe: tre società indagate

Roma capitale della truffa. Tre società finiscono sotto il mirino degli inquirenti per truffa aggravata attraverso incentivi illeciti ottenuti con i bonus edilizi

Palazzo di giustizia Roma

Tangentopoli? La storia sembra ripetersi questa volta però con gli incentivi per l’edilizia. Infatti, dopo l’avviso del bonus edilizio sono cominciate le procedure di truffa per aumentare le liquidità truffando lo Stato con richieste di incentivi fittizi. Dunque, fatta la legge trovato l’inganno.

Bonus edilizi: tre società finiscono sotto inchiesta per truffa

Su mirino degli inquirenti al momento sono finite tre società. La prima secondo le indagini ha fatto accesso al mercato promettendo ai clienti “liquidità mediante lo smobilizzo immediato di crediti d’imposta“. Una liquidità che gli frutterà oltre 110 milioni di euro.

Promesse basate sull’inadempienza dei requisiti da parte degli stessi clienti. Infatti, le liquidità riscosse, riconducibili a bonus locazioni e bonus centri storici, dovevano rispettare delle caratteristiche per accedere alle agevolazioni.

Le altre due società invece avevano architettato un meccanismo un po’ più complesso. Utilizzando i bonus facciata, ristrutturazioni e l’ecobonus la truffa ammonta a 1,2miliardi di euro e vede coinvolti interi nuclei familiari senza reddito o ditte neo-costituite, modeste o in perdita.

Le fatture venivano fatte per edifici a basso valore catastale in modo che gli incentivi fossero più corposi.

Lo stato non ha i mezzi per smascherare le truffe dei bonus edilizi

Come ha affermato la stessa Maria Pia Nucera, presidente dell’Associazione dottori commercialisti di Roma, “Lo Stato non ha i mezzi per accertarsi della correttezza di tutti i passaggi di tutte le pratiche ed è costretto ad affidarsi a professionisti terzi. L’iter per accedere ai fondi pubblici presenta procedure talmente farraginose che l’asseveratore chiamato a conservare e validare così tanti documenti non può non accendere una polizza assicurativa per tutelarsi da eventuali errori. Andrebbe introdotto un superbonus a scaglioni, magari del 110% per i meno abbienti e del 90% per i più facoltosi. Se l’incremento della qualità di un immobile fosse vincolato a un investimento privato, da parte dei beneficiari finali ci sarebbe una maggiore attenzione“.

Ovviamente dovranno aumentare i controlli e si dovranno utilizzare procedure ad hoc per impedire le truffe. Per far ciò però è importante anche che i cittadini diventano parte attiva delle verifiche che l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) deve fare.

Infatti, secondo il presidente romano dell’Associazione, Nicolò Rebecchini,non si può fare di tutta l’erba un fascio. Gli stimoli non andranno avanti a oltranza e lo Stato non ha risorse infinite, quindi una rimodulazione della misura che ne garantisca la sostenibilità ce l’aspettiamo. Invitiamo però i fruitori a chiedere più preventivi e a presidiare tutte le fasi dei lavori“.