Botteghe artigiane: a Isola del Liri un’arte del ferro diventa bene di lusso

Le botteghe artigiane diventano appartamenti, negozi in affitto ai cinesi, alle hamburgherie, shish kebab, gelaterie in franchising

Fabbro

La Ciociaria vanta un artigianato fiorente nella lavorazione dei metalli, tegami, mestoli oggetti in rame sbalzato a Frosinone e Sora. Il futuro di questi prodotti come beni duraturi e di valore, è nella promozione sui social come TikTok, Instagram, Youtube e Facebook. Un modo per farsi conoscere all’estero, dove il Made in Italy è apprezzato e considerato più che da noi.

L’artigiano è l’ultimo lembo di sapienza quotidiana che ci rimane dalla cultura passata e non ancora estinta. Un mestiere che usa intelligenza, conoscenza e manualità insieme. Una cosa che nessuna macchina può imitare, se non in peggio. Ma adesso ha nuove opportunità di crescita e di successo.

L’artigianato scompare in città ma resiste in provincia

L’artigianato delle botteghe delle nostre città va scomparendo sotto i colpi del consumismo e del progresso. È sempre più complicato, anche nella periferia di Roma, incontrare gli arrotini, magari con la mola per arrotare forbici e coltelli alimentata da una più moderna batteria della macchina e non più montata sulla bicicletta e sospinta da una pedalata. Sono estinti i mestieri di stagnaro (riparava le pentole forate), di ombrellaio (aveva il compito di ridare vita agli ombrelli, non c’erano certo gli ombrelli usa e getta a pochi euro di oggi!).

Non ci sono più da tempo gli aggiustacocci (riparavano le ceramiche con l’aiuto di graffe di metallo). Diventa difficile trovare un calzolaio, mentre i negozi di scarpe si specializzano in calzature sportive, tutte diverse e apparentemente tutte uguali. Ci sono scarpe per correre, saltare, giocare a tennis, camminare, fare trekking, scalare, guidare, o anche per non fare niente: solo indossarle alle feste, con le luci a intermittenza nella suola, per essere notate di notte, oppure eleganti per indossarle sotto lo smoking! Che abbinamento orribile!

Non dico che di per sé non siano carine. Ma sono necessarie? Non rinuncerò mai a una bella e comoda scarpa di cuoio per queste tutte simili scarpe da ginnastica, come ancora le chiamo io, dove il piede chiuso tutto il giorno non deve certo godere di una sana traspirazione.

Le botteghe artigiane diventano appartamenti, negozi in affitto ai cinesi, alle hamburgherie, shish kebab, gelaterie in franchising

Così oggi assistiamo al lento deperire delle attività artigiane a vantaggio degli Airb&b nei centri storici delle nostre città medievali. Alla fine i quartieri si spopolano, alla gente conviene vendere o sono i proprietari indotti a vendere e gli inquilini costretti a sloggiare, per fare spazio a negozi di cineserie, di souvenirs, alle hamburgherie, ai centri commerciali, dove trovi di tutto ma proprio tutto, quello di cui non hai un reale bisogno. Tipici sono i negozi di cineserie. Enormi magazzini di oggetti pensati per costare niente, servire a poco e rompersi subito. Così aumentano le discariche, non si riciclano le plastiche che hanno preso il posto del ferro, del legno, dell’acciaio, del cartone e poi quelle plastiche vengono gettate nei fiumi, invadono il mare e formano isole di plastica con le quali avveleniamo i pesci e attraverso i pesci avveleniamo noi stessi con le microplastiche. Un bel passo avanti!

Abbiamo preso una strada sbagliata ma possiamo ancora cambiare direzione

Abbiamo capito che stiamo camminando per una strada sbagliata, una strada che altri paesi del Terzo Mondo anelano a intraprendere, ignari del cul de sac in cui andranno a infilarsi. Paesi come il Marocco, l’Armenia, Cuba, la Macedonia del nord dove non tutto il progresso è già arrivato, dove se si rompe un pezzo del motore non devi cambiare tutto un blocco o non puoi ordinarlo perché con la spedizione costerebbe più del valore dell’auto ma i meccanici ti rimettono su strada con il solo aiuto delle mani e della capacità di riparare ciò che s’è rotto, sembrano marziani.

Tanto sono abituati a non avere niente dall’industria che li ha ignorati o “sanzionati” come a Cuba, ed hanno imparato a riparare da soli i danni subiti. Noi no. Noi siamo dei giganti incapaci di agire. C’è un buco alla camicia? Se ne compra un’altra mentre prima si rammendava. S’è rotto l’ombrello? Si butta via e se ne comprano due, uno piccolo da borsetta e uno grande. Costo 2,3 o 5€, puoi anche contrattare, tanto a chi te lo vende costa sempre meno, li fanno dove per un’ora di lavoro pagano cifre da schiavo. Questo è il nostro progresso: una ricchezza basata sulla miseria e sullo sfruttamento del resto del mondo.

L’artigianato nel Lazio era legato alle attività della Chiesa

Nei secoli nel Lazio o comunque in questo territorio che circondava Roma e che sarebbe poi diventato una regione, la Chiesa era il centro di ogni attività e iniziativa economica oltreché spirituale e religiosa. Era un artigianato che doveva risolvere i problemi delle classi più povere. Fornire strumenti da lavoro per il contadino e per il muratore oppure per la massaia nella sua vita quotidiana. Oggetti che si dovevano poter riparare, per rimetterli in circolo.

Ora sta tornando in auge questo processo ma soprattutto come proposta di oggetti cari, proprio perché necessitano di parecchie ore per essere realizzati, a mano, non in serie. Prodotti destinati a un consumo di lusso o per essere considerati pezzi d’arte che conferiscono prestigio a chi li possiede. La Ciociaria vanta un artigianato fiorente nella lavorazione dei metalli, tegami, mestoli oggetti in rame sbalzato a Frosinone e Sora in particolare ma anche a Poggio Bustone nel reatino.

Un processo antico e complicato consente di trasformare un metallo in un’opera d’arte

Il ferro battuto è stato il primo tipo di acciaio ad essere scoperto. Si produceva mettendo in un forno su uno strato di carbone di legna del minerale di ferro. Il forno veniva ben sigillato e la combustione si otteneva soffiando aria con un grande mantice, questo processo durava alcune ore ed alla fine il forno doveva essere distrutto per estrarre la rimanente spugna di ferro che doveva essere battuta per eliminare le scorie, da qui la denominazione ferro battuto. In principio il ferro battuto era un acciaio con basso contenuto di carbonio che risultava impossibile da temprare, pertanto gli oggetti fatti con questo materiale erano molto duttili e si piegavano con facilità (da qui la denominazione “ferro dolce”).

Per poter essere resi più resistenti dovevano essere arricchiti di carbonio mediante primitivi metodi di carbocementazione. Per lo stesso motivo si elaborò successivamente la più efficace tecnica dell’acciaio a pacchetto. Il ferro battuto può assumere varie forme, dalla più semplice come una lancia, una foglia, una rosa, alle più elaborate come le sculture e le opere di arredamento. Una materia che si presta a creare forme d’arte una volta in mano a chi lo sa lavorare. Da giovane avevo in casa un letto in ferro battuto compresa la testata, ornata da fiori e foglie forgiati dal fabbro. Oggi varrebbe una fortuna.

Francesco Ciccarelli con le sue creazioni

A Isola Liri c’è un laboratorio artistico dove si lavora il duro metallo

Da secoli ogni giorno, in diversi angoli d’Italia, avviene un autentica magia: il duro metallo, grazie all’utilizzo del fuoco, viene ammorbidito, forgiato, modellato, fino a trasformarsi in un oggetto d’arte. A Isola Liri c’è uno di questi maestri, un laboratorio di lavorazione artistica del ferro che si chiama Mastro Caparra, fondato da Carlo Ciccarelli, che ora continua con il figlio Francesco. Sono mestieri che non si imparano a scuola. A scuola ci devi andare perché un artigiano non può immaginare, creare, inventare se non ha una cultura di base e nel campo dell’arte in particolare. A partire da questa cultura può abbinare la manualità e la competenza a lavorare il ferro. Da questa fusione nasce il maestro in grado di realizzare oggetti personalizzati, unici.

Nella bottega di Mastro Caparra, il fondatore Carlo realizza complementi di arredo e per l’illuminazione, oggettistica, sculture e cancelli in ferro battuto, corten e acciaio inossidabile, unici e di grande valore artistico, impiegando creatività e competenza, e utilizzando metodi di lavorazione tradizionali.

L’ acciaio Corten o Cor Ten è un tipo di acciaio realizzato con una composizione chimica che fa si che la sua ossidazione abbia caratteristiche che proteggono il pezzo contro la corrosione atmosferica senza perdere le sue caratteristiche meccaniche.

Gli ultimi poeti del ferro battuto che fanno cose impensabili per tutti noi

Questi artigiani sono considerati gli ultimi poeti del ferro esistenti. Ogni giorno, nelle loro botteghe, compiono qualcosa di straordinario eppure di così semplice, trasformando il metallo robusto per eccellenza in forme prima impensabili, concretizzando idee, dando letteralmente vita a degli oggetti che sarebbe sembrato impossibile poter ricavare a partire da un metallo così duro e ostile.

Carlo Ciccarelli ha mostrato la sua arte in diverse fiere del settore in Italia e all’estero e a molti concorsi con le sue sculture in ferro. Vince la prima edizione della Biennale Emergenti di Calcata (Viterbo) nel 2018 e riceve la menzione d’onore nella prima edizione della Biennale di St. Moritz nel 2019. Nel 2020 l’attività di artigiano del ferro battuto ha ottenuto la certificazione di impresa di Artigianato Artistico e Tradizionale.

Nel Lazio l’artigianato può rifiorire grazie ai social. Provare per credere