Cronaca

Buon compleanno Sara Di Pietrantonio, il ricordo dello zio Massimo

È il 29 maggio 2016; il corpo di Sara Di Pietrantonio giace a terra a pochi metri dalla sua auto. Carbonizzata. Una ragazza di 22 anni brutalmente uccisa da chi diceva di amarla.

Oggi, una toccante lettera in ricordo della nipote viene pubblicata sul sito di Sky tg 24. A scrivere è lo zio di Sara, Massimo Di Pietrantonio giornalista della testata, che ricorda i suoi momenti nelle ore del ritrovamento del corpo e nei giorni successivi.

Sara viene trovata la domenica mattina, la sera precedente l’uomo aveva organizzato la festa del compleanno delle sue bambine. Le ore passano, lui ha il cellulare in modalità silenziosa e non ascolta le notizie che pure sono sempre in sottofondo.

Solo dopo qualche ora, risponde alla chiamata di sua sorella: “È mia sorella. Piange _ “E’ successa una cosa brutta a Sara, è morta, forse è stato un incidente, è morta. Ci ha chiamato Alberto, sta andando in questura, ci vediamo lì”_Attacco, comincia a tremarmi la mano (sta accadendo anche ora mentre scrivo);  Mi chiama Max, mi dice la stessa cosa, ma c’è un ma: “…guarda che forse non è stato un incidente…”.”

Lo sgomento, la paura e le prime telecamere con i giornalisti di cronaca che si recano in questura, la notizia sta rimbalzando in tutte le testate.

I sospetti di un incidente sembrano cadere subito, gli investigatori che hanno chiara la dinamica sembra che abbiano già anche una pista.

Massimo Di Pietrantonio racconta di come Tina, la mamma di Sara, fosse stata subito in ansia per l’assenza della giovane.

“La giornata in questura è una goccia cinese sul dolore, con il racconto di Tina, che la notte non prendeva sonno finché Sara non rientrava e in ogni caso, se faceva tardi, sapeva che Sara avrebbe avvisato. Si accorge che non è in camera, chiama il fratello che vive nello stesso palazzo ed escono per andare a cercarla. Troveranno l’auto in fiamme a pochi chilometri da casa, lei è fuori dall’abitacolo.

“Sembrava un cumulo di vestiti bruciati, invece era…”.

Solo poche ore dopo arriva alla famiglia la notizia del fermo di Vincenzo Paduano, ex fidanzato di Sara che dopo due anni aveva finalmente troncato quella relazione tossica. Ma Paduano, allora 27enne, non accettava quella decisione.

Ci sono i funerali. L’occasione per salutare Sara, anche qui ci sono le telecamere, tante, alla ricerca di visi, emozioni, storie da raccontare.

Ero in giacca e cravatta, “perché Sara ci teneva” mi dice mia madre il giorno prima.

Poi l’arrivo della bara, con Marco, l’operatore del tg che prima di filmare, si bacia il crocifisso che tiene al collo e si asciuga le lacrime, c’è Alberto che si tiene stretto Alessandro, il fratello di Sara, ci sono le parole di Tina, le lacrime dei nipoti e a me non usciva nulla”.

Il ricordo dello zio di Sara Di Pietrantonio si chiude con due date: “il 30 maggio, il suo compleanno. È quella la data che conta. L’altra è il 21 aprile, perché chi nasce in questo giorno resta eterno. Come Sara”.

Le indagini sulla morte di Sara Di Pietrantonio e l’ergastolo a Paduano

Durante le indagini, completate in pochi mesi, la Procura di Roma ricostruisce un quadro di minacce e pedinamenti che da tempo la 22enne subiva per opera dell’ex fidanzato.

Paduano pretendeva di controllare a distanza la ragazza, monitorando ogni suo movimento e ogni sua frequentazione. una settimana prima dell’omicidio, Sara ebbe una forte discussione con Paduano che arrivò a strattonarla ripetutamente per un braccio. Il pretesto di quella violenza era che Sara non aveva risposto ad alcuni suoi messaggi.

L’uomo non riusciva ad accettare la fine della relazione con la vittima. Sara era andata avanti, stava frequentando un’altra persona.

Quel 29 maggio Paduano pedinò la ragazza, piombando su di lei rimasta sola dopo un appuntamento con il suo nuovo ragazzo. Tornava verso casa.

Vincenzo Paduano vide l’auto e la speronò costringendola a fermarsi. Poi il femminicidio e il tentativo di disfarsi del cadavere usando della benzina acquistata prima. Nel 2017 l’uomo venne prima condannato 30 anni, in seguito la Corte d’Appello dispose per l’uomo la pena dell’ergastolo.

*Immagine dai social di Sara Di Pietrantonio

Redazione

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