Buste paga sbagliate in Campidoglio: dipendenti chiedono risarcimento di 10 milioni

La battaglia legale sul maxi riconoscimento degli scatti di anzianità mai messi in busta paga in 7 anni

Campidoglio di Roma

Quasi 10 milioni di euro, quanto i dipendenti del Campidoglio chiedono per l’ingarbugliata vicenda degli errori in busta paga.

Una cifra da capogiro che pare molto probabile che si debba restituire a 1.728 unità di dipendenti di Roma Capitale. Un ricorso in massa al cospetto del giudice del Lavoro.

La richiesta dei dipendenti è il riconoscimento di scatti di anzianità e progressioni economiche. A loro dire questi elementi che sarebbero stati totalmente non presi in considerazione nel conteggio degli stipendi per almeno 7 anni.

La chiusura della vicenda è prevista con l’ultima udienza all’inizio del 2023 e, qualora il giudice dovesse accogliere la richiesta delle masse di dipendenti capitolini, allora l’amministrazione dovrebbe ricalcolare nuovamente i compensi.

Le parole dell’avvocato Giuseppe Pio Torcicollo che si occupa della causa dei dipendenti comunali: “In caso di sentenze favorevoli, procederemo all’azione esecutiva”.

Il conteggio delle progressioni sbagliate dal Campidoglio

Secondo i dipendenti che hanno fatto ricorso, mancano degli scatti di anzianità non riconosciuti in busta paga maturati nel 2011, 2012 e 2013.

La causa di questo mancato conteggio sarebbe una errata interpretazione di una norma sul lavoro.

La norma, a quanto pare, prevedeva il blocco delle progressioni solo sul piano economico, ma non dal punto di vista giuridico.

L’adeguamento delle buste paga e le progressioni di carriera non sarebbero mai avvenuti. Il conto che le casse del Campidoglio si troverebbe a dover saldare si preannuncia più che salato: 9.968.840 euro, secondo le stime fatte dal legale, circa 800 euro all’anno saltati dal Comune.