È trascorso soltanto un mese e poco più dall'apertura della nuova stagione di caccia nel nostro Paese e già si contano decine di feriti e oltre 10 morti. Quello che sembra un bollettino di guerra, continua a far registrare incidenti quasi ogni giorno.
CACCIA SÌ/CACCIA NO
In tanti, ambientalisti e gente comune, nei mesi scorsi si erano pronunciati a favore della cancellazione della Stagione Venatoria, poi puntualmente e inevitabilmente partita nelle scorse settimane. Il caldo torrido, la siccità epocale, gli incendi, era stato denunciato, avevano spossato e falcidiato la fauna selvatica che, mai come allora, aveva sofferto le condizioni climatiche, subito la criminalità di chi appiccava i roghi.
Un anno di moratoria, era stato sottolineato, avrebbe potuto salvaguardare animali e Natura già allo stremo.
Grida e proteste che, però, si erano perse nel vento della ritualità, della tradizione venatoria e della politica che ne segue le gesta.
Così, già dopo le primissime ore dalla fatidica partenza, si sarebbero registrate ben due vittime.
I NUMERI DELLA STRAGE
Con 12 morti e più di venti feriti in poco più di un mese, la stagione 2017/2018 non fa ben sperare per il prosieguo di uno "sport" che, ormai, 8 italiani su 10 vorrebbero cancellare. Tragico, come sempre, notare che tra le vittime figurano persone che, con la caccia, non avevano nulla a che fare. Cercatori di funghi scambiati per selvaggina, minori impallinati di striscio, ciclisti… La lista è varia. Tanto che, oggi, fare una passeggiata nei boschi o nel terreno di proprietà, così come nel giardinetto, può risultare pericolosissimo. I fatti, parlano da soli.
STAGIONI A CONFRONTO Qualche dato che potremmo aver troppo frettolosamente dimenticato.
Stagione 2015/2016: 16 morti e 64 feriti.
Stagione 2016/2017: 31 morti e 50 feriti
Dati che fanno (o dovrebbero) far riflettere.
Dietro a quei numeri, infatti, ci sono persone: uomini, donne, minori.
PIOMBO
Chi va a caccia, o chi si avventura per le campagne, lo sa bene. Le cartucce sparate da alcuni cacciatori, rimarrano lì, per terra, a vita. In periodi come questi, poi, dove di funghi, nemmeno l'ombra, è molto più facile imbattersi in cartucce abbandonate che riuscire a raccattare un paio di porcini per le tagliatelle.
Colorate, aperte dal colpo di fucile, hanno disseminato di piombo il territorio e non sono poche, anzi.
Milioni e milioni di cartucce sparate ogni anno, si traducono in tonnellate e tonnellate di piombo che, oltre a inquinare i terreni, i boschi, le periferie di paesini e città, arrivano alle falde acquifere donando, a quelle acque mai così preziose, nuovi sapori e quel non so ché che ammalia..
LA CACCIA A SERVIZIO DELLA NATURA?
Negli ultimi anni, chissà come mai, si sta delineando una nuova figura nell'ambito della salvaguardia della Natura: il cacciatore. Enti e istituzioni varie, ciclicamente, presentano chi fa uso di doppietta, come la cura per i cosiddetti mali che la Natura presenta.
Cinghiali, volpi, nutrie, addirittura i lupi, sono elementi (questi sì) e numeri che devono essere controllati. Costi quel che costi!
Il fatto che, quegli stessi cinghiali, siano stati importati dall'uomo per sollazzarsi durante le battute di caccia, pare non interessi a nessuno. Andare, poi, a cacciare le volpi nelle tane per sterminarle insieme ai cuccioli, nemmeno. Le nutrie? Ricordano i topi del Tevere.
Infine, il lupo! Andare a caccia di lupi? Vuoi mettere? E' vero, fa un po' Cappuccetto Rosso ma, sai che soddisfazione salvare il Paese dai lupi?
A margine, attacchi di lupi italiani all'uomo?
Sì, al cinema. Lupi che mangiano qualche agnellino ogni tanto? Sì anche per questo. Ma cosa dovrebbero mangiare, i lupi, spaghetti? E poi, il lupo è il predatore di cinghiali per eccellenza. Sì, anche di quei cinghiali famosi che rovistano tra la "monnezza" romana. Il lupo, potrebbe risolverlo lui, il problema. Ma, anche questo non interessa. Meglio sparare.
Già, sparare. Come stanno facendo i colleghi cacciatori in Piemonte.
Lassù, gli incendi stanno mettendo a rischio la popolazione e gli animali. Stanno distruggendo tutto. La popolazione sgomberata, gli animali, quelli scampati alle fiamme, che provano a fuggire.
Stremati, senza acqua né cibo, corrono, volano.
Le doppiette hanno avuto il coraggio di sparare anche a loro.
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