Opinioni

Cacciari a Colleferro, storia della città per parlare di Scienza e Politica

Massimo Cacciari a Colleferro. Scienza e Politica nell’epoca della globalizzazione

I problemi posti fin dalla prima rivoluzione industriale: disuguaglianze, democrazia e libertà sono esasperati dalla globalizzazione. Occorre ripensare a fondo il rapporto tra Sapere e Potere.

Massimo Cacciari al teatro comunale di Colleferro

In questi tempi di restrizioni Covid capita raramente di assistere a manifestazioni, convegni o dibattiti culturali.

Sabato scorso, 10 ottobre, nel teatro comunale di Colleferro si è tenuto un incontro con il Prof. Massimo Cacciari, organizzato dal Comune della città.

Il titolo dell’evento: Lectio Magistralis: Sapere e Potere – Il lavoro intellettuale e il lavoro politico.

Supponendo che fosse uno dei tanti incontri che si svolgono un po’ dappertutto in seguito al Festival della Filosofia di Modena, mi sono prenotato online come prescritto dalla locandina, poiché i posti erano ovviamente limitati.

Mi attirava l’evento, poiché pensavo che Cacciari avrebbe prima svolto la sua conferenza, poi avrebbe avuto un dibattito con qualche docente e giornalista presente sul palco.

La nascita di Colleferro come centro industriale

Invece, non è andata affatto così: non per caso la serata era stata organizzata dal Comune.

All’inizio c’è stata la proiezione di un filmato: “CittàNovecento, prodotto da Filmedea, che presentava la storia della nascita e dello sviluppo di Colleferro.

Nel 1912 l’ingegner Leopoldo Parodi Delfino acquistò l’area vicino la stazione ferroviaria Segni-Paliano e riconvertì un precedente stabilimento (uno zuccherificio chiuso) in una fabbrica di esplosivi. Ciò fece insieme al senatore del Regno Giovanni Bombrini, con l’incoraggiamento del governo dell’epoca, presieduto da Giolitti. Nacque così la società BPD.

La prima grossa produzione fu quella di polvere da sparo ed esplosivi, che servì la Difesa nella I e nella II guerra mondiale.

La fabbrica cambiò l’economia del territorio; intorno ad essa nacque il primo nucleo abitativo, formato dagli operai provenienti dai comuni agricoli della zona: Paliano, Segni, Valmontone, Artena.

Voluto dal presidente Parodi Delfino, questo nucleo fu chiamato Villaggio BPD; esso era costituito da palazzine per i dirigenti dell’azienda e case per gli operai, con i servizi necessari: acqua, luce, rete fognaria. Sorsero anche gli edifici sociali: spaccio aziendale, farmacia, ufficio postale, scuola elementare.

Il Villaggio, che è l’attuale quartiere Santa Barbara, esprimeva certo una concezione classista; ma era funzionale, più di tanti centri o periferie urbane di oggi, nati in modo caotico o con una speculazione selvaggia.

Il personale come Capitale Umano da proteggere

Bisognerebbe ricordare che l’ingegner Parodi considerava il personale come capitale umano, da proteggere e far progredire.

Successivamente la produzione dell’industria si estese alla chimica ed al tessile.

Nel 1935 con legge dello Stato fu istituito il Comune di Colleferro.

La BPD incaricò l’ingegner Riccardo Morandi di redigere un piano regolatore; si iniziò a costruire le palazzine per impiegati su Corso Garibaldi.

La tragedia del 1938

Alla fine di gennaio del 1938, avvenne la tragedia.

Era sabato mattina, giorno prefestivo. Molto prima delle 8 si senti un forte boato, seguito da altri a diversi intervalli di tempo. I depositi delle polveri erano situati nel sottosuolo, in un’area estesa tra Artena,Segni e Valmontone; ci fu una successione di esplosioni, innescate dalla prima. Gli scoppi furono sentiti in tutto il territorio, che tremò come per un terremoto.

Intervennero immediatamente le squadre di soccorso, insieme a molti cittadini che cercavano i loro familiari. Alla fine si contarono ufficialmente 60 morti (ma erano molti di più) e 1500 feriti.

I proprietari della società vollero fondare l’ospedale cittadino, che porta il loro nome; all’interno c’è il busto dell’ing. Parodi Delfino.

Nuovi sviluppi. La partecipazione all’esplorazione dello spazio

Su questo luttuoso avvenimento il docufilm si soffermava appena un minuto per far vedere lo stupore doloroso di alcuni cittadini, tra cui il giovane prete dell’epoca, al primo boato percepito; quindi andava avanti con la storia, saltando ai giorni nostri.

Esaltando la città, giunta ora all’appuntamento con lo spazio per mezzo dell’attività della società Avio.

Senza spiegare che, nel grande sviluppo del suo settore chimico, la BPD si era dedicata anche allo sviluppo di propellenti per razzi.

Cosa che continuò dopo la fusione (1968) con la SNIA, controllata dalla FIAT.

Si sviluppò quindi il settore Difesa-Spazio, con la ricerca e produzione di propellenti liquidi e solidi ed elettronica di controllo per razzi vettori ad uso scientifico.

Infine, la FiatAvio acquisì la BPD, continuando la ricerca aerospaziale.

L’Avio collabora con l’ESA (Agenzia Spaziale Europea) e con una consociata francese. I lanci di vettori che portano in orbita satelliti geostazionari, con strumentazioni a bordo, vengono fatti solitamente dalla Guyana francese.

I bei discorsi della politica e la realtà dell’imprenditoria

Dopo la proiezione ha preso la parola Luca Calselli, presidente di una associazione culturale, che ha ricordato l’impegno profuso insieme al sindaco negli anni precedenti nell’elaborazione di un progetto per partecipare al concorso regionale Città della Cultura. Ha sottolineato che all’inizio pochi credevano in quella sfida.

Del resto, la città di Colleferro non ha una storia antica come quella delle vicine. Però, nel corso degli anni si è dotata di una biblioteca comunale e di un auditorium; c’è una sede distaccata della facoltà di ingegneria di Tor Vergata e l’Università della terza età.

La parola è passata poi al sindaco Pierluigi Sanna, al suo secondo mandato, rieletto con un voto plebiscitario ( 75.000 voti). Questi ha posto l’accento sull’ottima collaborazione avuta con l’associazione culturale; inoltre, ha aggiunto che egli, con la sua amministrazione, concepisce ogni sviluppo futuro in campo economico o sociale in un’ottica culturale, volta a migliorare i cittadini.

Insomma, sembra che il discorso dei politici sia stato un’autocelebrazione del buongoverno locale, con il concorso o il riconoscimento da parte dei cittadini.

Abilmente ha “glissato” sui fenomeni di degrado del costume e più ancora dell’ambiente.

Ricordiamo che appena qualche anno fa, un’amministrazione precedente era costretta ad emanare ordinanze che dichiaravano l’acqua non potabile e perfino nociva per lavarsi.

Effetti del progresso industriale: l’inquinamento delle falde acquifere era già iniziato con la chimica della BPD, che da allora sversava nel fiume Sacco scorie liquide e solide altamente tossiche. Idem per l’aria, a causa dello smog prodotto dalla produzione del cemento.

L’inquinamento del fiume è poi proseguito negli anni per tutto il suo corso nel Frusinate ed oltre, per la miriade di piccole e medie fabbriche che hanno sfruttato la Cassa del Mezzogiorno.

Quest’ultima era stata concepita per lo sviluppo del meridione, ma in pratica negli anni ‘60-’70-’80 è stata una grassa vacca da mungere per politici ed imprenditori senza scrupoli.

E’ stato devastato un ampio territorio con danni enormi per l’agricoltura e la zootecnia, oltre che per la salute degli abitanti.

Un bell’esempio storico, che oggi viene dimenticato, della sinergia tra politica ed imprenditoria.

Colleferro con Cacciari, Lectio Magistralis: Sapere e Potere

Infine -erano quasi le 19; la manifestazione era iniziata alle 18- il giornalista e scrittore Marco Filoni introduceva il Prof. Massimo Cacciari, il quale, nelle intenzioni espresse dai politici in maniera appena sottintesa, avrebbe dovuto convalidare il loro discorso.

Il professore ha espresso il suo pensiero sui rapporti tra politica e scienza citando il suo ultimo libro: Il lavoro dello spirito come professione. In esso, il filosofo fa una riflessione su due conferenze tenute da Max Weber sulla professione, la prima nel 1917, la seconda nel 1919.

Professione in tedesco si dice beruf, che significa “lavoro”, ma anche “vocazione”:perciò la traduzione in italiano non rende bene l’idea. Lo “spirito” è l’attività razionale del soggetto.

Il lavoro intellettuale come professione è autonomo, cioè è la libera ricerca razionale e metodica, che può esplicarsi sia nel campo scientifico che nella politica.

La differenza tra le due professioni è così definita: la scienza deve rendere una descrizione della realtà così come è; la politica deve partire dalla realtà dei rapporti socioeconomici per proporre degli obiettivi di cambiamento perseguibili. Però nel fare politica si esplica anche la volontà di potenza, che può portare al dominio di una forza sulle altre. Questo può essere evitato se si intende la professione politica come servizio per la comunità, dirigendo l’economia.

A questo scopo, la politica deve ricongiungere la sua azione con quella della scienza che, per la sua vocazione originaria, era portata a liberare l’uomo dalla necessità del lavoro per il suo sostentamento. Se si realizzerà questa condizione, sarà possibile che ogni singolo dia il suo contributo alla comunità svolgendo liberamente la propria attività, qualunque sia l’oggetto di essa, sviluppando la sua capacità professionale e creativa.

Massimo Cacciari a Colleferro. Utopia e realtà

Oggi lo sviluppo accelerato della tecnica, che è applicazione scientifica ma anche motore di rivoluzione economica, consente di automatizzare interamente il ciclo produttivo.

Anche le funzioni di controllo e progettazione si avviano ad essere sottratte all’uomo con l’applicazione sempre più estensiva della cosiddetta intelligenza artificiale.

Ne consegue che i posti di lavoro diminuiranno sempre più non soltanto nell’ambito strettamente produttivo, ma anche nel terziario e nei servizi.

La globalizzazione economica farà sì che la ricchezza e la direzione della società sarà nelle mani di pochi uomini, i proprietari dei monopoli produttivi – finanziari e i pochi funzionari necessari al sistema. Per il resto, avremo enormi masse di disoccupati e assistiti.

Come se ne esce? “Occorre – dice il professore- una politica che metta la ricchezza al servizio di tutti”. Affermazione di sapore utopistico, che si fonderebbe sull’assunto weberiano che scienza e politica siano dirette dall’etica; esse a loro volta devono governare l’economia.

Purtroppo la scienza di oggi non è più l’antica filosofia della natura, la ricerca della conoscenza per l’amore di essa. Almeno dalla prima rivoluzione industriale, lo sviluppo scientifico si è legato a doppio filo con quello produttivo, nel senso che uno ha influenzato l’altro.

Anzi, oggi non ci sarebbe ricerca possibile, dal campo della Fisica a quello della Medicina – e della Ingegneria Genetica! – senza grandi investimenti e grandi laboratori.

Pertanto, il progresso della Scienza è tutto interno all’Economia, ne subisce la direzione e quindi non è autonomo.

La Politica attuale sta ancora peggio; nonostante alcune dichiarazioni roboanti, essa non ha un potere di indirizzo sull’attività economica nell’attuale mondo globalizzato.

Se non ci rendiamo conto di ciò, non possiamo accennare un obiettivo minimo da indicare per cambiare le cose…

Sarebbe compito dell’intellettuale non integrato demistificare la realtà dell’economia e della scienza globali, strappando i veli ideologici di cui sono ammantate.

Immagine di Archivio

Stefano Marafini

Nasce nel 1950 ad Artena, dove vive tuttora. Ha studiato Fisica all’Università La Sapienza di Roma. Dopo un’esperienza lavorativa, si è laureato in Fisica nel 1984. Ha insegnato in alcuni istituti tecnici e licei scientifici della provincia di Roma.

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