Cambiamento climatico, Mario Tozzi: “perdiamo tempo coi mercanti di dubbi”
Alluvioni, mareggiate, frane e smottamenti sono solo alcuni degli effetti del cambiamento climatico che stiamo vivendo
Alluvioni, mareggiate, frane e smottamenti sono solo alcuni degli effetti del cambiamento climatico che stiamo vivendo. Cambiamenti climatici sotto gli occhi di tutti, con buona pace dei negazionisti, o per dirla con le parole di Mario Tozzi: “I mercanti di dubbi, gente che animata da ignoranza o interessi inconfessabili continua a raccontarci che non ci sia un problema climatico”.
Studi commissionati dalle compagnie petrolifere confermano anch’essi il cambiamento climatico in essere anzi lo avevano già previsto con decenni di anticipo, con buona pace di chi vede interessi economici dalla parte di chi è catastrofista.
Le future generazioni troveranno un’Italia ben diversa da quella che abbiamo sotto i nostri occhi ora, almeno se non decidiamo in fretta di intervenire per fermare tutto questo.
Nel Lazio il maltempo imperversa da giorni, senza fortunatamente far registrare straripamenti di fiumi o crolli, ma questi fenomeni sono ormai all’ordine del giorno.
Se pochi anni fa le cosiddette “bombe d’acqua” venivano considerate una eccezionalità, oggi ad ogni ondata di maltempo sentiamo qualche meteorologo affermare con molta serietà che “è piovuto in poche ore l’equivalente di pioggia che sarebbe dovuta cadere in mesi”.
Urbanizzazione irrispettosa e la natura presenta il conto
Un bel problema, ma non il solo. L’urbanizzazione, soprattutto quella abusiva, ma anche quella legittimamente concessa, ha deformato così tanto il paesaggio che ad ogni fenomeno estremo si rischia di mandare sott’acqua decine di migliaia di cittadini.
Roma ne è esempio per quel che riguarda le mareggiate, la spiaggia di Ostia, solo un mese fa perdeva circa 20 metri di suolo. Alberi che cadono a Roma per le forti ondate di vento sono spesso notizie di ordinaria cronaca.
Mario Tozzi, geologo e primo ricercatore del Cnr, in un articolo pubblicato da La Stampa qualche giorno fa, ricorda come molto sia opera dei cambiamenti introdotti dall’uomo nel paesaggio che combinati al cambiamento climatico in atto, stanno creando le condizioni perché il prossimo futuro veda l’Italia in grosse difficoltà.
Secondo Tozzi “non si tratta più di fenomeni inaspettati, almeno dal 1996, quando la prima «bomba d’acqua» (termine assolutamente improprio, ma efficace) investì la Versilia con il suo corredo di dodici vittime, danni e distruzioni”.
Ci sono ancora, pochi per fortuna, negazionisti del cambiamento climatico, persone che si affidano a dati “indipendenti” rispetto a quelli forniti dalle “Lobby Verdi” ( che a ben vedere non si sa chi siano) interessate ad accelerare la svolta green in Italia per non meglio specificati interessi. Anche su questo Mario Tozzi non ha dubbi “Nessun dato sta smentendo quanto afferma l’istituto meteorologico internazionale, intanto l’Italia finisce sott’acqua e noi stiamo perdendo tempo coi negazionisti del clima”.
Cambiamento climatico, serve restituire spazio alla natura
Ciò che serve, la pratica più urgente per frenare le conseguenze catastrofiche per le città dei cambiamenti climatici è restituire e ri-naturalizzare i corsi dei fiumi alla natura. Anche a costo di spostare grandi aree industriali con grosso dispendio di denaro ma altrettanto importante salvaguardia delle vite future.
L’azione dell’uomo, afferma ancora Tozzi nel suo articolo, ha rinchiuso i “fiumi in argini impossibili, canali artificiali con ponti troppo bassi tombati sotto paesi e città, occupati in ogni singola golena, sbarrati da dighe e briglie fino quasi a non vedere il loro sbocco naturale. Se togli spazio a un fiume, quello prima o poi se lo riprende, e a nulla varranno altre opere in un contesto climatico così estremo”.