Categorie: Politica

Camera: no agli appartamenti del privilegio

Il primo atto formale sul taglio dei costi della politica: meno privilegi per Montecitorio.

Dopo la riduzione annunciata delle loro retribuzioni dai due nuovi Presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, sono state approvate nuove manovre sui risparmi della casta.
A partire dalla rinuncia all’appartamento personale dentro il Palazzo, il Presidente della Camera, Laura Boldrini, i quattro Vicepresidenti e i tre questori, danno il buon esempio.
La decisione è stata assunta ieri dall’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati.
La sorte degli otto appartamenti è ancora sconosciuta, potrebbero essere addirittura venduti? Per il momento saranno destinati ad altri usi e le opere d’arte torneranno nei musei.
“Un biglietto da visita credibile, anche se non risolve i problemi dell’economia che vive il Paese”, ha dichiarato Laura Boldrini, Presidente di Montecitorio.

Un’altra tessera importante è stata inserita nel mosaico dell’austerity parlamentare: l’utilizzo delle auto blu della Camera, 10 in tutto, sarà ridotto e consentito ai titolari di incarichi interni (Presidenti, componenti dell’Ufficio di Presidenza, Presidenti di Giunte e Commissioni) solo per ragioni di servizio, per gli spostamenti all’interno del Comune di Roma e per gli aeroporti di Ciampino e Fiumicino.
Una deroga potrebbe essere concessa solo per casi motivati ed estremamente necessari.

Martedì prossimo si discuterà di altro ancora: nel mirino dei tagli anche il trattamento economico del personale di segreteria e il fondo per le spese di rappresentanza.
E ancora, si deciderà riguardo la riduzione delle indennità aggiuntive dei deputati che svolgono mansioni particolari nelle commissioni o nei gruppi.

Tempi più lunghi sono previsti per ulteriori tagli ai trattamenti economici complessivi di tutti i deputati e per il finanziamento ai gruppi parlamentari.

NON SOLO LE ISTITUZIONI, MA ANCHE I PARTITI – Anche in casa Pd e Pdl è tempo di austerità.

Il tesoriere del Pd, Antonio Misiani, annuncia che presto avverrà una modifica dell’attuale forma di finanziamento. “Serve un ulteriore, severo, ridimensionamento della struttura dei costi del Pd nazionale per arrivare preparati a questo”, ha dichiarato Misiani, che vorrebbe innanzitutto chiudere le due sedi del partito di via del Tritone, per concentrare in un’unica sede tutte le attività del Pd. C’è anche l’idea di ridurre del 75% rispetto all’anno scorso i finanziamenti a disposizione della segreteria del partito.
Altra novità in casa Pd: niente più straordinari e cancellazione dalla prossima busta paga di tutte le ferie superiori a 40 giorni.

Il partito di Silvio Berlusconi già da qualche tempo aveva stretto la cinghia della borsa, riducendo benefit e mazzette.
A dare un ulteriore segnale di riduzione del superfluo, ci ha pensato Renato Brunetta: il capogruppo Pdl alla Camera dei Deputati ha ridotto del 65% il personale del suo partito a Montecitorio.

Redazione

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