Camilla Cecconi investita a Palestrina sulle strisce pedonali. Perché i soccorsi in ritardo?
Sarebbe giusto approfondire sul motivo per il quale, 3 anni fa, il servizio 118 dell’ambulanza è stato trasferito da Palestrina a Zagarolo
Ha fatto clamore e suscitato reazioni di cordoglio la morte della ventunenne Camilla Cecconi, investita, domenica 24 agosto, alle ore 11 a Palestrina, da una donna settantaduenne, alla guida dell’auto. La comunità di Palestrina (Roma) e dei comuni limitrofi si interroga soprattutto sul ritardo dei soccorsi, che secondo i familiari e alcuni testimoni sono arrivati sul posto dopo circa 40 minuti.
Sarebbe giusto approfondire sul motivo per il quale, 3 anni fa, il servizio 118 dell’ambulanza è stato trasferito da Palestrina a Zagarolo. Il servizio 118 di Zagarolo, vicino a Roma e alla Casilina, viene richiesto con frequenza per soccorrere chi ha necessità all’interno di un territorio molto ampio e quindi spesso è impegnato e non può rispondere immediatamente alle chiamate.
Per questo, sembra, non abbia potuto essere tempestiva e intervenire in pochi minuti sul posto dell’incidente. Al momento della richiesta del soccorso della catechista e studentessa universitaria, sia l’ambulanza del 118 a Zagarolo che quella del 118 a Colleferro, erano impegnate per altri soccorsi, ed era disponibile solo quella di Rocca Priora.
E’ riuscita a raggiungere il luogo dell’incidente dopo più di mezz’ora. Qualche minuto dopo sopraggiungeva anche l’ambulanza di Colleferro che si occupava dell’amica di Camilla che, visibilmente, aveva la spalla rotta. Sembra che la giovane Camilla sia stata presa in pieno dall’auto in corsa in Via Prenestina nuova e lanciata in aria per poi ricadere con il volto a terra. Una situazione da subito visibilmente grave, la ragazza perdeva sangue anche da un orecchio.
Interrogativi sulla gestione sanitaria del territorio
Sono circa tre anni che Palestrina non ha più la sua ambulanza di pronto soccorso e nessuno è sceso in strada per reclamarla. Non vogliamo dare responsabilità a caso, ma non si può morire a causa di regole e di norme bizzarre.
Roberto Spaziani