Condanne pesanti per il sodalizio conosciuto come i "napoletani della Tuscolana", nell'ambito della cosiddetta inchiesta "Camorra Capitale". Nella giornata di ieri la quinta sezione penale del Tribunale di Roma ha emesso sentenze molto pesanti, che accolgono le accuse di associazione a delinquere. La banda – racconta il sito de "La Repubblica" – era dedito, allo spaccio di sostanze stupefacenti, usura, riciclaggio di denaro, reati contro la persona, intestazione fittizia di beni e detenzione illecita di armi, per giunta con l'aggravante del metodo mafioso.
Come suggerisce il nome, la banda era attiva, sin dal 2008, nel quartiere Tuscolano ma aveva esteso la sua influenza nel mercato dello spaccio al Pigneto, Torpignattara, Borghesiana e Centocelle. Inoltre, i napoletani della Tuscolana, avevano assunto il controllo della distribuzione delle slot machine a Cinecittà. La sentenza di ieri ha inflitto, tra gli altri, 30 anni di reclusione al boss Domenico Pagnozzi, peraltro già in carcere. Stessa pena a Massimo Colagrande e Antonio Calì, 22 anni a Claudio Celano e 21 anni e sei mesi a Marco Pittaccio. In totale sono state emesse 31 condanne, per un totale di circa 300 anni di carcere.
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