Canili e gattili ridotti alla fame dalle inadempienze degli uffici capitolini
I canili e gattili della Capitale sembrano essere in condizioni di perenne emergenza
Il Campidoglio scarica sulle Associazioni di volontariato i costi dei propri servizi. I randagi, che per legge sono intestati al Sindaco, vengono affidati, previo bando di gara, ad Associazioni di volontariato o privati, che si fanno carico di curare, nutrire e ricoverare gli animali randagi o abbandonati.
Ma il Comune non rispetta i patti e da mesi è inadempiente nel rimborso delle rette che, vale la pena ricordarlo, a stento coprono i costi sostenuti dalle Associazioni, che mettono il loro contributo e impegno per offrire anche le cure più costose e trovare per questi animali una famiglia che li accolga.
Perché il Comune non paga? Semplice: perché i suoi uffici, cioè quelli del Dipartimento Ambiente e dell’Ufficio Tutela degli Animali, non hanno predisposto il Contratto che le Associazioni devono sottoscrivere. In assenza del Contratto, la Ragioneria capitolina, che ha pagato le rette fino a gennaio scorso, ha giustamente deciso di non autorizzare più i pagamenti.
Associazioni di volontariato in ginocchio
Sembra una barzelletta, ma è invece una tragica farsa, che mette in ginocchio soprattutto le Associazioni di volontariato, mentre in Campidoglio nessuno sente il dovere di tirare le orecchie agli uffici che sonnecchiano. Tanto a mantenere gli animali ci pensano i volontari e i convenzionati, che anticipano le spese di tasca loro.
Gli uffici capitolini – che notoriamente non brillano per efficienza – non trovano il tempo di predisporre un contratto il cui schema fa già parte dei documenti di gara. Non deve essere predisposto, ma solo compilato nelle parti relative ai contraenti e firmato dai vincitori del bando.
Verrebbe da ridere, ma c’è da piangere
Perché qui non si tratta di scelte politiche sulla tutela degli animali o della disponibilità dei fondi, che sono già in bilancio, o di sensibilità animalista. Questo è un “classico” caso di pessima amministrazione, dovuto a uffici allo sbando, a funzionari assenti o inadempienti per mesi e alla mancata vigilanza da parte dei Dirigenti.
Come è possibile?
Com’è possibile che il Responsabile del Procedimento di una attività di questa rilevanza (ma capita anche con altri importanti servizi di utilità sociale) si assenti per mesi e sia inadempiente così a lungo senza che nessuno – Dirigente o Assessore che sia – senta il dovere di intervenire?
Com’è possibile che il contratto, che di solito precede l’affidamento di un servizio, non sia stato ancora predisposto a distanza di quasi un anno dall’affidamento? Come è possibile che all’interno del Campidoglio nessuno vigili sul rispetto degli adempimenti formali, che in questo caso hanno rilevanza sostanziale? Risposte che cadono nel vuoto.
Il Direttore dell’Ufficio, dott. Morabito, sottolinea che è in quell’ufficio da pochi mesi e che sta per andare in pensione e per questo si esenta dalle responsabilità. Eppure in questi mesi ha percepito il suo stipendio e sin dal suo arrivo è stato messo al corrente degli inadempimenti del suo ufficio.
E l’Assessore e il Presidente della Commissione Ambiente, che dicono?
Gli unici che parlano sono le opposizioni che, con Rinaldo Sidoli, portavoce di Alleanza Popolare Ecologista e Francesco Figliomeni, consigliere di Fratelli d’Italia hanno alzato la voce. Ma non si muove nulla. E’ questo il Campidoglio oggi? Che si tratti di servizi per gli animali, bambini, scuole o altro, un’amministrazione così è un insostenibile e continuo danno collettivo.
Articolo redatto con la collaborazione di alcune Associazioni animaliste di Roma