Caos e violenza, la Catalogna ha votato. Barcellona sfida Madrid
Scene da una guerra civile, combattuta nelle urne e sui media. Un’ondata di violenza ha attraversato la Catalogna, nel giorno che doveva essere nelle intenzioni del governo di Barcellona quello di una “gioiosa”
Scene da una guerra civile, combattuta nelle urne e sui media. Ma non solo. Un'ondata di violenza ha attraversato la Catalogna, nel giorno che doveva essere nelle intenzioni del governo di Barcellona quello di una "gioiosa" celebrazione elettorale. E' stata invece una giornata da incubo, con centinaia di feriti. La polizia spagnola è intervenuta con la forza in centinaia di seggi elettorali per impedire lo svolgimento del referendum di indipendenza catalano. Ma la mossa di Madrid non ha fermato il voto e tutti i conteggi, per quanto di dubbia validità scientifica, assegnano un plebiscito al 'si''. Il 'si' ha ottenuto il 90% dei voti al referendum sull'indipendenza catalano, secondo i dati quasi definitivi resi pubblici dal portavoce del governo catalano Jordi Turull. Al voto avrebbero partecipato 2,2 milioni di elettori, sui 5,3 chiamati alle urne. Il 'no' ha ottenuto il 7,8%.
In serata, in una dichiarazione solenne, circondato da tutti i suoi ministri in abito scuro, il presidente Carles Puigdemont ha annunciato che "i cittadini catalani si sono guadagnati il diritto ad uno stato indipendente". E lancia un appello all'Europa: "L'Ue non può continuare a guardare dall'altra parte". Poi: "Lo stato spagnolo ha scritto oggi una pagina vergognosa della sua storia in Catalogna". Il vicepresidente catalano Oriol Junqueras ha detto questa notte che spetterà al parlamento di Barcellona la settimana prossima prendere la decisione di dichiarare l'indipendenza, in base alla legge sul referendum. Una decisione potrebbe essere presa al riguardo a partire da mercoledì, ipotizza la stampa catalana.
Un voto che il premier di Madrid, Rajoy, ha definito "una messinscena". Ma che viene celebrato da migliaia di persone in plaza Catalunya a Barcellona, al grido di "Abbiamo votato!", mentre si contano le schede. E martedì in Catalogna sarà sciopero generale indetto dalle organizzazioni indipendentiste contro la repressione operata dal governo spagnolo.
Il bilancio dei feriti al termine della giornata ad altissima tensione supera quota 800, secondo il Ministero della Salute catalano. La polizia avrebbe usato proiettili di gomma contro le persone che protestavano. Sui social network girano numerosi filmati in questo senso. Un ricercatore di Princeton, Jordi Graupera, ha postato un video nel quale un membro della Guardia Civil spara verso la folla a Barcellona e una foto in cui si vede il proiettile di gomma, di colore verde. Anche l'account Twitter di The Local Spain parla di polizia che usa proiettili di gomma. Un uomo tra i 50 e i 60 anni è stato colpito da un infarto dopo una carica della polizia nazionale spagnola che cercava di impedire le operazioni di voto a Lleida. Le autorità spagnole hanno indicato che anche 33 agenti,19 poliziotti e 14 membri della Guardia Civil, sono stati feriti e medicati. Intanto il ministero dell'Interno ha pubblicato su Twitter un video di lancio di pietre da parte di un gruppo di manifestanti che hanno costretto alcuni agenti della Guardia Civil alla fuga. La Guardia Civil ha cercato di impedire con la forza ai catalani di votare per il referendum indipendentista, ha anche tagliato i collegamenti internet a diversi seggi. Molti cittadini che resistevano sdraiandosi sull'asfalto sono stati portati via a forza.
La polizia è penetrata nel seggio elettorale dove era previsto votasse il presidente Carles Puigdemont a Girona sfondando le porte che era stato chiuse dai cittadini. Ma il presidente è riuscito a votare in un altro seggio. Gli agenti sono stati accolti dal grido 'Voterem' degli elettori. Agenti antisommossa spagnoli hanno caricato con i manganelli un gruppo di vigili del fuoco catalani, in divisa e con il casco, che stavano presidiando un seggio in cui si votava per il referendum catalano. Il ministero dell'interno della Spagna ha dichiarato che le forze dell'ordine in Catalogna hanno arrestato tre persone, fra cui un minorenne, per 'disobbedienza' e per aver attaccato gli agenti.
Le pattuglie del Mossos poste a controllo dei seggi in Catalogna si sono limitate alla verifica senza chiudere i seggi né sequestrare le urne. "La polizia nazionale e la Guardia Civil hanno dovuto agire perché i Mossos d'Esquadra hanno messo criteri politici davanti a quelli professionali", ha sottolineato il rappresentante del governo di Madrid in Catalogna, Enric Millo. "Siamo stati obbligati a fare quello che non volevamo fare". I sindacati della polizia spagnola hanno annunciato di voler denunciare il capo dei Mossos d'Esquadra (la polizia catalana), José Llui Trapero, per lo "scandaloso" modo con cui ha ignorato l'ordine dei giudici di bloccare le operazioni del referendum illegale sulla secessione della Catalogna da Madrid. Lo hanno reso noto i 5 sindacati nazionali che sostengono senza riserve i colleghi della polizia nazionale e della Guardia Civil costretti a intervenire per l'inazione dei Mossos. E la magistratura ha aperto un'inchiesta sul comportamento della polizia catalana.
Dopo la sfida con il Las Palmas vinta per 3-0 dal Barcellona a porte chiuse, il calciatore catalano Gerard Piqué si è presentato in lacrime ai giornalisti e si è detto pronto a lasciare la Nazionale spagnola. "Mi sento catalano, oggi più di sempre. Si può votare sì o no, ma si deve votare. Non siamo riusciti a ottenere il rinvio della partita", ha detto. "I fatti della Guardia civil e della polizia parlano da soli, non si possono comportare così, quella di oggi – ha aggiunto – è stata la peggiore esperienza professionale di tutta la mia vita. Se la Federazione pensa che io sia un problema farò un passo indietro in vista dei Mondiali" (Rai News).