«Oggi ho partecipato alle audizioni per l’individuazione della Capitale della Cultura 2026. Una giornata che ha visto il Lazio protagonista presso il Ministero della Cultura, con le candidature di Gaeta e Latina.
Il dossier “Blu. Il clima della cultura” racchiude la proposta di Gaeta, che abbraccia l’ambiente e la scienza per ribadire la centralità umana nello sviluppo spirituale. Una formula efficace, che esalterà le caratteristiche di un’antica e una nobile città del mare come Gaeta. Il mare continuerà ad essere un patrimonio strategico e un punto di riferimento per l’uomo, anche nei secoli a venire.
Invece la seconda proposta riguarda “Latina Bonum facere” e mette insieme le comunità rurali, a partire dalle bonifiche pontine, e le nuove utopie urbane, che sono rappresentate da Latina e dalle altre città di fondazione. Si tratta dei simboli dell’architettura razionalista, che sono parte integrante della storia della nostra Regione. Le peculiarità di Gaeta e Latina sono un legame indissolubile del patrimonio del Lazio. L’amministrazione Rocca non farà mancare il suo sostegno».
Lo ha dichiarato l’assessore alla Cultura, alle Parti opportunità, alle Politiche giovanili e della Famiglia e al Servizio civile, Simona Baldassare margine delle audizioni tenutesi presso il Ministero della Cultura in vista dell’assegnazione del titolo di Capitale italiana della Cultura 2026.
Le dieci finaliste si presentano davanti alla Commissione incaricata della scelta per presentare i rispettivi progetti. Gaeta e Latina, insieme ad Agnone, Alba, L’Aquila, Lucera, Maratea, Rimini, Treviso e alla Unione dei Comuni della Val di Chiana senese sono le finaliste. Entro la fine del mese di marzo ci sarà la scelta.
“Comunque vada, è stata una sfida affascinante e positiva per il territorio. Il lavoro svolto è un punto di partenza per un nuovo sviluppo possibile, perseguibile attraverso la cultura, quale elemento strategico di valorizzazione del territorio di Latina e della provincia pontina”.
Queste le parole del sindaco di Latina Matilde Celentano, al termine dell’audizione che si è tenuta oggi pomeriggio a Roma, nella sala Spadolini presso il Ministero della Cultura, davanti alla commissione esaminatrice per la candidatura del capoluogo pontino a Capitale italiana della cultura 2026.
A relazionare il dossier che ha portato Latina in finale per l’ambito titolo nazionale sono stati il sindaco Celentano, l’assessore all’Urbanistica Annalisa Muzio, il direttore del Museo Cambellotti Antonia Lo Rillo e l’architetto Daniela Cavallo, direttore del progetto di candidatura denominato “Latina, bonum facere”.
Per conoscere quale sarà la città vincitrice del concorso, che assegna un milione di euro quale contributo per la realizzazione del progetto di candidatura, bisognerà attendere il 29 marzo prossimo.
“Latina è una città giovane, ma questo non significa che non abbia una storia che meriti di essere narrata – ha affermato il sindaco Celentano – Latina, partita dalla palude, dalla mal aria respirata dai butteri e dai pastori della transumanza, ha affrontato il tempo della mutazione con ampie falcate.
La candidatura di Latina a Capitale italiana della cultura 2026 è stata un’esperienza stimolante, guidata da una squadra al femminile, con me, l’assessore Annalisa Muzio e l’architetto Daniela Cavallo, che ha saputo cogliere le sfumature di questo progetto per cucirlo sul territorio e realizzare, attraverso un certosino lavoro sartoriale di cultura, il più bell’abito che Latina possa mai indossare nell’immediato futuro. Latina, con le sue unicità, merita il titolo di Capitale italiana della cultura”.
“Latina, il capoluogo più giovane d’Italia, città giovane per antonomasia, la città dei borghi perché ne ha 12 che si sviluppano attorno al centro, è l’unica espressione al mondo di città di questo genere – ha concluso l’assessore all’Urbanistica Annalisa Muzio, anche lei relatrice durante le audizioni al Ministero della Cultura -. Non resta che scoprirla, valorizzarla e svelarla. Questo è stato l’obiettivo con cui abbiamo partecipato alla sfida di Capitale della Cultura 2026. Perché Latina non sia mai in coda alle altre città, ma in testa per innovazione e attuazione di sogni e visioni”.
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