Cominciano a emergere dettagli sulla sparatoria di domenica scorsa all’interno del carcere di Frosinone. Dai filmati registrati con le telecamere di sicurezza, le immagini hanno confermato le prime ricostruzioni successive all’accaduto: la pistola è arrivata per mezzo di un drone davanti alla finestra del detenuto, che l’ha prelevata attraverso le sbarre.
Stando a quanto ricostruito, l’uomo ha prelevato l’arma – una pistola calibro 765, matricola abrasa per rendere irriconoscibile la sua provenienza – e ha chiesto di andare in doccia. Nel corridoio ha puntato l’arma contro un agente di polizia penitenziaria e gli ha rubato le chiavi delle sbarre. Il detenuto non le ha utilizzate, ma ha sparato verso le celle di tre dei suoi compagni di reclusione, che nei giorni scorsi lo avrebbero picchiato. Un “regolamento di conti” in cui fortunatamente nessuno è rimasto ferito. Al vaglio degli inquirenti anche il coordinamento che ha permesso l’arrivo della pistola, in quanto il detenuto era in possesso di un telefono cellulare che non avrebbe dovuto avere.
Al termine dell’incontro di ieri pomeriggio con il capo del Dap (Bernardo Petralia) i direttori generali del personale (Massimo Parisi) e dei detenuti (Gianfranco de Gesu), il provveditore del Lazio Carmelo Cantone ha parlato dell’accaduto: “Se si tratta di colpi dimostrativi o se voleva effettivamente colpire qualcuno, questo tocca agli inquirenti stabilirlo”. Per quanto riguarda il cellulare in possesso del detenuto “Non sappiamo come è entrato in carcere e lui non ce lo dirà”, spiega ancora Cantone. “Si era già rifiutato di dirci come era entrato in possesso dell’arma, ma dalle immagini delle telecamere, si è visto il momento in cui lui preleva l’arma attraverso la finestra“.
A margine della riunione straordinaria, ha parlato anche il capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap) Bernardo Petralia, che ha partecipato anche il rappresentanza del Ministro della Giustizia Cartabia. “Il fatto è gravissimo”, ha dichiarato. “Posso dire che tutto quello che si può fare come Dap, come impiego di personale e risorse lo faremo sin da domani. Credo che il problema ormai sia, dal punto di vista dei riscontri, ragionevolmente chiaro. Nel senso che si è trattato di un drone che ha recapitato quell’arma di cui poi si è impossessato il detenuto”.
Nel frattempo il detenuto, un 28enne napoletano, è stato trasferito in un’altra struttura penitenziaria ed è sotto indagine per tentato omicidio. Il suo fascicolo è stato affidato al pm Adolfo Coletta, della procura di Frosinone.
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