Categorie: Cronaca

Carceri: grave situazione sanitaria

“Il piano terra del reparto G11 del carcere romano di Rebibbia Nuovo Complesso è, di fatto, utilizzato come Centro Clinico senza averne le caratteristiche tecniche e strutturali e senza, soprattutto, la presenza di personale medico e paramedico adeguato”. Questo il succo della lettera inviata dal Garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, al capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Tamburino. Allegata alla lettera la copia delle denunce, firmate da dieci detenuti del reparto riguardo gravi condizioni logistico-sanitarie.

Il G11 è un reparto di Rebibbia N.C. destinato ad ospitare i cosiddetti detenuti comuni. Organizzato su tre piani, ognuno dei quali diviso in tre bracci, ospita attualmente oltre 500 detenuti. I problemi di carattere logistico e sanitario sono cominciati circa un anno fa quando, con l’avvio dei lavori di ristrutturazione del Centro Clinico di Regina Coeli, buona parte dei detenuti malati, lì ricoverati, sono stati trasferiti a Rebibbia dove per ospitarli è stato adattato a Centro Clinico il piano terra del G11.

“Trattandosi di una soluzione di ripiego – sostiene il Garante dei detenuti Angiolo Marroni – la situazione è rapidamente degenerata diventando ormai drammatica. Il reparto non ha le condizioni strutturali per ospitare detenuti affetti dalle più disparate patologie e con scarse o nulle capacità deambulatorie. Celle e servizi non sono adeguati per ospitare persone disabili. Mancano le carrozzine e ogni altro supporto per cui non è infrequente che i detenuti siano costretti a stare tutto il giorno in cella. La presenza sanitaria è insufficiente a gestire una situazione del genere e moltissimi detenuti denunciano di non essere seguiti dalla sanità di reparto. E’ per questo che abbiamo chiesto un intervento urgente del Capo del Dap. Quelle che abbiamo segnalato sono tutte persone affette da patologie gravi, che avrebbero bisogno di ben altra attenzione; rispetto a ciò torna utile il dibattito sviluppato in questi giorni sul caso Ligresti, da parte del Ministro Cancellieri che ha posto all’attenzione nazionale le difficili condizioni di vita di molti detenuti».

Queste alcune delle denunce allegate alla lettera inviata al Dr. Giovanni Tamburino:

Liviu C. è invalido al 100% per colpa di una patologia caratterizzata da atrofia muscolare e neuropatia sensitiva progressiva che colpisce le estremità degli arti. E’ alloggiato in una cella di 18 mq con quattro letti, sei armadi, un tavolo e quattro sgabelli. Il bagno è per normodotati, senza alcun appoggio per disabili. Non ha né carrozzina ne canadesi.

Emilio T. ha la poliomielite alla gamba destra, che è a rischio di amputazione. Diabetico, è costretto a fare punture di insulina quattro volte al giorno. Da quattro mesi è in sciopero della terapia salvavita lamentando il disinteresse della sanità di reparto. Nella sua cella di 10 mq non c’è spazio per la carrozzina e per questo vive allettato 24 ore al giorno.

Massimo C. ha l’artrite psoriasica su tutto il corpo che nella fase acuta provoca il blocco totale degli arti inferiori costringendolo a letto. Lamenta il disinteresse della sanità di reparto. La sua cella di 20 mq la divide con altre quattro detenuti disabili. Il bagno, senza sostegni per disabili, è senza doccia e senza acqua calda.

Fabrizio F. invalido all’85%, ha una protesi totale dell’anca destra e un chiodo endomidollare alla gamba sinistra. Da agosto è in attesa di un intervento chirurgico al Sandro Pertini e per denunciare la sua situazione ha applicato lo sciopero della fame e della sete. Nella sua cella ci sono quattro letti, sei armadi da terra e altri undici appesi al muro, un tavolo e quattro sgabelli. Per muoversi occorre fare i turni spostando ogni volta tavolo e sgabelli. Il bagno è per normodotati, senza alcun appoggio per disabili e privo di doccia e di acqua calda.

Salvatore F. invalido al 100% con accompagno vive tutto il giorno in cella senza piantone e senza nessun supporto (carrozzine o canadesi). E’ uno dei compagni di cella di Fabrizio F.

Lorenc P. è arrivato lo scorso 29 giugno dal carcere fiorentino di Sollicciano ed è affetto da una lesione vertebro midollare di origine traumatica complicata da insufficienza respiratoria acuta ed arresto cardiaco. Avrebbe bisogno di interventi complessi ed articolati ma nonostante tutte le sollecitazioni il detenuto non è stato avviato a nessun percorso sanitario.

Redazione

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