Cronaca

Carcinoma alla mammella, numeri alti. Le storie che raccontano i ritardi della prevenzione

Tatiana, 58 anni, casalinga, due figli e un marito muratore che lavora saltuariamente, chiama il Recup regionale. Vorrebbe sottoporsi a una mammografia, sa quanto è importante la prevenzione e sono passati più di due anni dall’ultima indagine. Il Recup non ha disponibilità in nessun ospedale pubblico.

Umberto Primo, San Camillo, San Giovanni hanno le agende chiuse. L’unica struttura che offre il servizio è il Policlinico di di Tor Vergata, ma solo a marzo 2023. Lucia, 63anni, a causa del Covid ha saltato l’ultima mammografia di controllo, sente il seno dolente e ha paura, ma anche per lei le porte rimangono chiuse. Dovrà attingere ai suoi pochi risparmi da pensionata per effettuare la indispensabile mammografia privatamente. E come loro tante altre.

Ottobre Rosa per le mammografie

Nel Lazio la prevenzione dei tumori femminili, forse i più temibili per aggressività, è in fase di stallo.
Anche se il tumore alla mammella, a detta dei principali Centri di senologia, registra aumenti vertiginosi e la crescita è esponenziale, la politica regionale fa orecchie da mercante. Tanti spot come quello dell’Ottobre Rosa, unico mese in cui vengono erogate gratuitamente le mammografie alle donne fino a 49 anni di età. Ma nei restanti undici mesi, chi vuole avere salva la vita, deve mettere mano al portafoglio.

Eppure la scienza medica detta le leggi sull’importanza della prevenzione. Un carcinoma alla mammella può essere curato e guarito, ma va individuato per tempo prima che esso si infiltri, raggiunga i linfonodi e si propaghi in tutto l’organismo. Del resto la prevenzione serve anche a non far aumentare il numero dei pazienti oncologici per i quali i costi del Sistema sanitario nazionale sono elevatissimi tra chemioterapie, radio, ricoveri e interventi chirurgici.

Centri di senologia

E allora cosa stiamo aspettando ad aumentare l’organico dei Centri di senologia con nuove assunzioni? Senologi, chirurghi, radiologi e nuovi mammografi per far fronte a questa crescita esponenziale del carcinoma alla mammella. Un piano d’attacco che coinvolga tutte le ASL, gli ospedali e i consultori, una sinergia di forze e di intenti. Si può e si deve fare .

Antonella Sàliva

Redazione

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