In questo periodo, non proprio allegro per via dell’emergenza del COVID, provo tanta nostalgia soprattutto in nei momenti di festa. In particolare per il Carnevale non sarà consentito a nessuno poter uscire per strada felici di travestirsi rappresentando qualcuno o qualcosa che più aggrada. Sono ancora più rattristato per i bambini, in quanto è la festa da loro amata perché almeno per un giorno possono trasformarsi nel loro eroe preferito. Che tristezza!
Ma a dare un po’ di felicità in questo Carnevale sono i dolci che profumano l’aria di questo periodo dell’anno. In questo articolo però voglio scrivere qualcosa di diverso dal solito, non parlandovi solamente delle tipicità italiane ma anche di quelle del mondo (una cosa che, se ricordate, avevo già fatto anche per Natale).
Le ricette di ogni Nazione sono accomunate da unica parola che è “Fritto”. Per essere dei veri dolci di carnevale, devono essere obbligatoriamente fritti. Quindi dimenticate parole come “dieta” e mandate via i sensi di colpa, e siate pronti a gustare tante tipicità gastronomiche che vi faranno letteralmente sognare.
Parlando dei dolci italiani, ovviamente ogni Regione ha la sua peculiarità, e tutti i dolci carnevaleschi dello stivale hanno origine in un lontano passato, in tempi in cui i giorni della Quaresima erano ampiamente rispettati.
Martedì e Giovedì grasso, dal momento che erano quelli precedenti l’inizio della Quaresima, consentivano gli ultimi eccessi di gola prima dell’inizio del digiuno. Ma andiamo a scoprirli tutti, italiani e non: dalla Svezia, alla Francia, agli Stati Uniti d’America, ogni Stato ha il suo.
Forse simbolo del Carnevale italiano, le chiacchiere non possono certo essere assenti, qualunque sia il loro nome. Infatti ogni zona d’Italia ha deciso di ribattezzarle a modo suo, ecco quindi che:
In Campania, Sicilia, Lombardia, Emilia e Umbria si chiamano, appunto, Chiacchiere.
Nel Lazio e nelle Marche si chiamano Frappe.
Liguria e in Piemonte si chiamano Bugie.
Toscana si chiamano Cenci.
In Romagna si chiamano Rosoni o Sfrappole
In Sardegna si chiamano Meraviglias.
Ma anche se ogni regione ha fatto quel che voleva con i nomi, la ricetta è la identica in ogni zona ed è costituita da un impasto di burro, farina e vino in modo da creare una sfoglia sottile da friggere in padella piena d’olio bollente fino a che non raggiunge una coloritura dorata.
Alcuni le preferiscono al forno, perché rimangono più croccanti e un po’ meno grasse.
Le Castagnole sono l’altro Dolce con la “D” maiuscola del carnevale, originarie della Romagna e del centro Italia ma oggi diffuse un po’ in tutto lo stivale. Sono fatte di farina, zucchero e uovo e dopo la frittura vengono servite con una spolverata di zucchero a velo. Si possono anche farcire, per renderle ancora più golose, con la crema pasticcera o con la crema al cioccolato.
Venezia è indubbiamente la Regina del Carnevale (e Viareggio la Principessa, se vogliamo). Ecco perché il dolce carnevalesco tipico della Serenissima, le Fritole, è visto molto seriamente. Non a caso, in passato erano preparate da dei fritoleri molto importanti e famosi, che tramandavano il loro mestiere via dinastica, di padre in figlio, come un importantissimo segreto da conservare. Sono molto simili alle castagnole per forma e consistenza, ma da loro differiscono per la presenza dell’uva sultanina (e non poteva essere altrimenti, vista la vocazione internazionale che Venezia aveva in passato, e i suoi rapporti con l’Impero Ottomano, da cui l’uvetta è stata importata). Le dimensioni delle fritole sono estremamente rigide: guai a sforare i 4 centimetri!
Questo dolce è invece tipico di Marche e Molise, ed è strettamente imparentato agli struffoli tipici di Napoli. L’impasto della Cicerchiata è fatto di farina, burro, uova e zucchero e viene poi lavorato in piccoli tocchettini fritti poi in olio. Il nome Cicerchiata dovrebbe essere riferito alle cicerchie, un legume tipico dell’Italia Centro-Meridionale: significa infatti “mucchietto di cicerchie”.
Diffusi in Sardegna, Marche ed Emilia-Romagna, ognuna di queste regione ne propone una sua versione (e ognuno rivendicandone l’originalità: e che Italia sarebbe altrimenti!?). Le Marche ad esempio le propongono in una sfoglia di vin cotto, acqua e farina e con una farcitura di crema pasticcera o crema di castagne.
Usciamo ora dai confini italiani, per esplorare qualche dolce di Carnevale tipico di paesi stranieri, vicini e lontani.
Per esempio in Svezia si prepara il Semla, dolce tipico anche di tutti gli altri Paesi Nordici (Danimarca, Finlandia, Norvegia e Islanda). È un panetto tondo molto morbido, che si prepara con la farina di grano e si farcisce con panna montata e pasta di mandorle. Gli svedesi tendono a consumarlo proprio nel martedì grasso.
Ma parlando di Carnevale non si può non nominare il Brasile, famosissimo nel mondo per i festeggiamenti colorati e variopinti del Carnevale di Rio de Janeiro (visti anche nel film d’animazione Rio, uscito nel 2011).
Qui si preparano i papos de najo, ricetta in realtà del Portogallo e che proprio nella ex colonia portoghese ha riscontrato enorme successo. Questi dolcetti sono fatti con le uova e cotti in forno, per poi essere immersi in uno sciroppo caldo fatto di zucchero, acqua bollente, cannella e scorza di limone.
E concludiamo negli Stati Uniti, che come loro solito ci propongono una vera maxi bomba calorica: ovvero la King Cake, originaria di New Orleans. Si tratta di una ciambella il cui impasto è insaporito di limone e cannella, e che è ricoperta da una coloratissima glassa di zucchero (tendenzialmente si usano il giallo, il verde e il viola per un bellissimo risultato).
Ricetta delle Chiacchiere “classiche”
La ricetta “classica” subisce qualche variante regionale, ma alla base c’è sempre un impasto con uova, farina, burro a cui viene aggiunto del liquore, dal vino bianco al Marsala, passando per la grappa. Nella nostra versione con ill liquore Strega. Per quanto riguarda la cottura, le chiacchiere di Carnevale si dividono in Chiacchiere al forno (più light) o fritte, come in questo caso e come vorrebbe la ricetta originale.
Ingredienti
250 g di farina 00
1 uovo
10 g di burro morbido
50 ml di latte
1 cucchiaio colmo di zucchero semolato
15 g di liquore Strega
la scorza di 1/2 limone
sale
olio di semi di arachide per friggere
zucchero a velo
Per preparare le chiacchiere riunite in una ciotola tutti gli ingredienti: la farina, l’uovo, il burro morbido, il latte, il liquore, lo zucchero e il sale. Impastate il tutto fino a ottenere una pasta morbida e omogenea. Formate una palla, avvolgetela nella pellicola per alimenti e fatela riposare per 30 minuti in frigorifero.
Dividete l’impasto in tanti pezzetti e stendeteli, uno alla volta (avendo cura di lasciare i restanti avvolti nella pellicola) con l’apposita macchina sfogliatrice, accorciando la distanza tra i rulli numero dopo numero fino ad arrivare allo spessore di 2 mm. Con una rotella dentellata rifilate i bordi e ricavate dei rettangoli. Procedete in questo modo fino a esaurimento della pasta.
Friggete le chiacchiere in olio a 170°, poche alla volta, scolandole a mano a mano con un mestolo forato e lasciandole asciugare su carta da cucina. Spolverizzatele con zucchero a velo e servitele subito.
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