Carovita, Coldiretti: 1 italiano su 2 taglia le spese alimentari
Secondo la Coldiretti la metà degli italiani tagliano oggi anche sulle spese alimentari e scelgono cibi in offerta
Pandemia e restrizioni, crisi internazionale e conseguente carovita: la fotografia dell’indagine Coldiretti sule spese alimentari degli italiani.
A causa della guerra, complici le accise, i prezzi salgono. E il trend continuerà ad essere questo per diversi mesi. Gli italiani questa volta devono stare attenti anche al carrello della spesa.
Di solito gli italiani preferiscono rinunciare alle vacanze e non all’abbondanza sulla tavola, ma questa volta si vedono costretti a fare economia anche al supermercato.
Coldiretti: la metà degli italiani taglia sulle spese alimentari
E’ quanto emerge dal sondaggio condotto dalla Coldiretti dedicato proprio alla risposta dei consumatori di fronte agli aumenti. Un italiano su due, precisamente il 49% dei rispondenti, ha già deciso di tagliare il costo del carrello della spesa, “mentre un altro 13% di italiani dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese”.
Colpita tutta la filiera agroalimentare
In questa situazione i produttori di materie prime alimentari non stanno beneficiando in alcun modo di questi aumenti dei prezzi al consumo. Al contrario, sei prezzi per le famiglie corrono, spinti dal caro energia e dalla guerra, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare, con i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori che non riescono neppure a coprire i costi di produzione.
Più di una azienda agricola su dieci – l’11% – è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività. E circa un terzo delle attività legate all’agricoltura e alla zootecnia, si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione.
Coldiretti: Tsunami sulle aziende agricole
“Uno tsunami”, lo definisce Coldiretti, “che si è abbattuto a valanga sulle aziende agricole con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che stanno mettendo in crisi i bilanci delle aziende agricole.
Nelle campagne si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio con incrementi dei costi diretti di oltre 15.700 euro in media ma con punte superiori a 47mila euro per le stalle da latte e picchi fino a 99mila euro per gli allevamenti di polli, secondo uno studio del Crea”.