Caso Bochicchio: il test del Dna conferma la morte del “broker dei Vip”
La Procura di Roma ha predisposto l’autopsia e il test del Dna per identificare il corpo e le cause della morte del “broker dei Vip”
Ancora sconosciute le cause dell’incidente da cui ne è uscito vittima Massimo Bochicchio la sera del 19 Giugno. Il “broker dei vip” era stato accusato di frode ai danni di numerosi personaggi pubblici, tra i quali Antonio Conte, El Sharaawy e Marcello Lippi.
L’incidente
La vittima era attesa oggi in tribunale per l’inizio del processo per i reati di riciclaggio e abusiva attività finanziaria, ma è rimasta coinvolta in un incidente con la moto. Secondo le prime ricostruzioni la moto sarebbe esplosa e a causa del malfunzionamento sarebbe andato a sbattere contro un muro, al contrario di ciò che si era ritenuto inizialmente
Il Pm di Roma ha aperto le indagini per riuscire a comprender le cause dell’incidente. Gli inquirenti inoltre hanno predisposto l’autopsia per eliminare i vari dubbi circa un malore. Hanno predisposto anche il test del Dna in quanto il corpo è stato ritrovato completamente bruciato. Inseguito saranno effettuati accertamenti alla moto della vittima.
Il test del Dna, disposto dalla Procura di Roma, effettuato oggi 21 Giugno ha dimostrato che il corpo ritrovato è quello del “broker di vip”.
Arresti Domiciliari
Secondo il quotidiano il Corriere della Sera Bochicchio stava scontando gli arresti domiciliari, con delle autorizzazioni, firmate da parte del giudice, per poter effettuare visite mediche, necessarie per il diabete. Bisognerà che le indagini facciano luce se la vittima era autorizzata a percorrere la strada dove è avvenuto l’incidente.
Il processo
Il presidente della VII sezione penale del tribunale di Roma, nel frattempo, ha rinviato il processo di Bochicchio: “Abbiamo ricevuto notizie, da fonti aperte, dell’avvenuto decesso dell’imputato Massimo Bochicchio. Non essendo stato depositato il certificato di morte e considerati i tempi necessari è opportuno aggiornare il processo al 15 settembre”.
Il difensore, Gianluca Tognozzi, ha spiegato: “La famiglia mi ha contattato, domenica, spiegandomi che erano stati informati dalla polizia locale dell’incidente, ma non abbiamo ancora un certificato di morte perché anche il fratello che è andato sul posto non ha potuto ancora effettuare un riconoscimento”.