Antridonati è una frazione di Cassino, in provincia di Frosinone, di circa 166 abitanti. Essa è situata ai confini con la Campania e si estende lungo il fiume Gari. Gli abitanti del luogo sono prevalentemente contadini, che lavorano il terreno coltivando numerosi campi di mais, che si trovano nelle vicinanze di un fiume, con grande vantaggio per l’irrigazione.
Questi terreni per altro sono fertili, e un tempo venivano irrigati con difficoltà, da pochi anni invece sono stati realizzati impianti di irrigazione più sofisticati, favorendo un certo incremento nella produzione di mais, tanto da rendere questa zona la prima del basso Lazio.
Dopo aver raggiunto tale risultato, alcuni giovani del luogo pensarono che era il caso di far conoscere il loro prodotto locale, istituendo la Sagra della Polenta e del Mais soffiato e la Festa dell’emigrante, che si ripete ogni anno dal 1978. In questa occasione, fu deciso che la sagra, ogni anno doveva essere fatta la seconda domenica di Ottobre, tempo in cui ogni contadino aveva ultimato il raccolto.
Per organizzare questa festa bisogna preparare un Piano di lavoro, già dal mese di Settembre, che viene svolto da un apposito Comitato. Come primo compito bisogna raccogliere il mais, che viene offerto dalle varie famiglie, questo viene in seguito macinato per ottenere la farina sufficiente per cuocere la polenta. Le donne iniziano a lavorare un paio di giorni prima (venerdì e sabato precedenti la festa), preparando sacchettini di mais soffiato.
I giovani si impegnano ad addobbare la piazza, innalzando un grande palco al centro, e addobbandolo con tanti palloncini colorati, striscioni pubblicitari, e in particolare vengono appese in più parti le pannocchie come simbolo della sagra.
La festa ha inizio alle ore 8:30, con lo svolgimento di gare e giochi popolari diversi a seconda delle fasce di età. Da tre anni ci sono gare di corsa veloce, di atletica, caccia al tesoro, corsa coi sacchi, gioco con la pignatta, l’ago nel pagliaio, il palo della cuccagna e gare di ballo.
La piccola piazza si riempie di persone veramente felici di partecipare alle varie competizioni sportive. Il gioco più divertente è quello dell’ago nel pagliaio: i bambini “si tuffano” in una grande botte piena di farina in cui devono trovare un premio; si divertono a lanciarsi la farina addosso.
Da un lato della piazza le donne cantano canzoni popolari, mentre preparano il ragù e i relativi “segreti” ingredienti per la preparazione della polenta, il tutto sotto il diretto “controllo” dei cuochi.
Nel primo pomeriggio inizia la cottura della polenta: 16 pentoloni da un quintale ciascuno vengono posti sopra ad altrettanti fornelli, e vicino ad ogni pentolone si pongono due donne che si danno il cambio per girare. Da qualche anno ormai si fanno due turni per un totale di 32 quintali di Polenta, ma nell’anno corrente si stima di iniziare il primo turno dalle prime ore del mattino per raggiungere i 40 quintali di Polenta.
Dalle contrade arrivano bande musicali e gruppi folcloristici, che ballando e cantando rallegrano le strade e in modo particolare gli anziani, che rivivono i momenti della loro giovinezza.
Poi, dalle varie contrade arriva la sfilata dei carri, che rappresentano la semina, la raccolta, e la macinatura del mais; verso sera poi in piazza il sacerdote dà loro la benedizione. Intanto le donne sono sempre più indaffarate per portare a termine la cottura della polenta.
Finalmente terminato di girarla, la versano in grandi madie, dove viene condita con il ragù e formaggio parmigiano.
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